LIBROJA Raffaele

LIBROJA RAFFAELE091di Luigi e di Teresa Vicedomini, nacque a Napoli il 16 dicembre 1889 e morì in combattimento a Tauriano il 2 novembre 1918.
Dalla Scuola Militare di Modena uscì sottotenente di cavalleria, nel giugno 1912, ed assegnato al reggimento Cavalleggeri di Foggia (11°). Alla dichiarazione di guerra all’Austria, il 24 maggio 1915, varcò il confine, spingendosi in ricognizione verso il basso Isonzo. Ufficiale ardito, provetto cavaliere ed abile comandante, si fece amare per la sua bontà e stimare per le sue elette virtù militari. Promosso tenente un mese dopo aver varcato l’Isonzo e rientrato al deposito con compiti di istruzione alle nuove leve, con la promozione a capitano, conseguita nel marzo 1918 ed anzianità agosto 1917, passò nel reggimento Cavalleggeri di Saluzzo (12°). Nell’ottobre 1918; il reggimento, inquadrato nella 3^  divisione di cavalleria, era dislocato nella zona di Camisano, fra Padova e Vicenza, alle dipendenze della 9^ Armata, a disposizione del Comando Supremo. Iniziatasi l’offensiva finale il 24 ottobre e vinta l’accanita resistenza opposta dal nemico sul Grappa, le truppe italiane nella giornata del 27 ottobre, riuscirono a passare sulla riva sinistra del Piave. Il 31 ottobre, varcata la Livenza, la 3^ divisione di cavalleria si lanciò all’inseguimento del nemico in rotta, ma tenaci retroguardie e batterie avversarie ancora in posizione, con un’ultima disperata difesa, tentarono di ostacolare il nostro travolgente movimento. Da una di queste retroguardie i Cavalleggeri di Saluzzo, il 2 novembre, furono fatti segno sul fianco sinistro a fuoco di fucileria e d’artiglieria. Ottenuto l’ordine di impadronirsi della batteria nemica, il capitano Libroja, alla testa del suo 3° squadrone e di una sezione di mitragliatrici, sguainata la sciabola, ordinò alle trombe di suonare la carica e, come fosse stato in piazza d’armi, partì al galoppo al grido di Savoia!. L’impeto dello squadrone giallo-nero ebbe ragione delle forze nemiche che, urtate, sciabolate ed avvolte furono catturate e con esse, due cannoni da 105, sei mitragliatrici e 14 cavalli. Già ferito alle gambe, il capitano Libroja cadde nell’ultima carica.
Alla sua memoria fu conferita, con r. d. 7 agosto 1919, la medaglia d’oro al v. m. con la seguente motivazione:

All’ordine di attaccare una batteria nemica, che improvvisamente aveva aperto il fuoco su di un fianco del proprio reggimento in marcia, con slancio e coraggio mirabili, alla testa dello squadrone di cui aveva il comando, si avventava impetuosamente contro i pezzi avversari in azione. Fatto segno a violento tiro e gravemente colpito ad ambo le gambe, con perseverante, indomabile audacia, incurante dello strazio prodottogli dalle doloranti ferite, riunite in uno sforzo supremo tutte le sue energie ed incitato, col suo fulgido esempio, il proprio reparto, perseverava con esso nell’arditissima carica, trascinandolo sui pezzi tuttora fumanti, e nell’attimo in cui li conquistava, colpito a morte, lasciava gloriosamente la vita sul campo. Tauriano (Udine), 2 novembre 1918.


G. Carolei, G. Greganti, G. Modica, Le Medaglie d’oro al Valore Militare  1918,  (a cura di), in Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare d’Italia, [Tipografia Regionale], Roma 1968,    p. 200.