MANCINI Giuseppe
di Paolo e di Pia Minucci, nacque ad Arezzo il 10 febbraio 1893 e morì per ferite riportate in combattimento a Monte Miela il 5 dicembre 1917.
Conseguita la licenza liceale, si arruolò come allievo ufficiale nel 3° reggimento bersaglieri nel 1913 e nel novembre 1914 ottenne le spalline di sottotenente. Destinato al 6° reggimento bersaglieri per il servizio di prima nomina, passò, nel gennaio 1915, al 13 o reggimento col quale il 24 maggio, alla dichiarazione di guerra all’Austria, prese posizione sul basso Isonzo, a Castelnuovo. Il 28 luglio, una medaglia d’argento al valore gli fu conferita per la calma e l’energia con le quali condusse il proprio plotone in combattimento, persistendo nella lotta nonostante fosse stato ferito tre volte. Con mirabile senso di altruismo, accortosi, mentre veniva trasportato al posto di medicazione, che il suo attendente giaceva sulla strada gravemente ferito, volle cedergli la barella su cui era adagiato proseguendo a piedi il cammino. Guarito, dopo lunga degenza in luoghi di cura, ottenne il passaggio in servizio effettivo dal febbraio 1916 e la promozione a tenente dall’agosto successivo. Inviato a Brescia, ivi frequentava un corso alla Scuola mitraglieri allorché nell’ottobre 1917 l’offensiva scatenata dagli austro-tedeschi ruppe il fronte a Caporetto. Impaziente di tornare al fronte, ottenne di essere assegnato al 12° reggimento bersaglieri e, al comando della 6a compagnia del XXIII battaglione, a metà novembre 1917, raggiunse l’Altipiano di Asiago. La sera del 4 dicembre si lanciò decisamente all’attacco di Monte Miela e costrinse i difensori dei piccoli posti a retrocedere e ad asserragliarsi in un rifugio sulla cima del monte. Spintosi arditamente all’assalto con impeto inimitabile, seguito da pochi bersaglieri, sebbene ferito gravemente da una fucilata all’addome, ingaggiò col nemico una lotta a corpo a corpo, conquistando l’improvvisato fortilizio. Alla memoria del valoroso ufficiale, con r. d. del 19 agosto 1921, fu conferita la medaglia d’oro al v. m. con la seguente motivazione:
Alla testa del proprio reparto, incitando i suoi soldati con la parola e con l’esempio li guidava all’assalto della linea sbaragliandone le piccole guardie, che costringeva ad asserragliarsi in una vicina baita. Cadutigli d’intorno la maggior parte dei suoi uomini, ritornava con rinnovata violenza ed indomabile tenacia all’assalto dell’improvvisato fortilizio, venendo a lotta corpo a corpo. Ferito a bruciapelo da un colpo di fucile all’addome, non volle cedere al nemico, che forte di numero, tentava la riscossa ed in un supremo sforzo, animando con la voce i superstiti della compagnia, al grido di Savoia! li trascinava a nuovo assalto, impadronendosi della contesa baita, ed annientandone i difensori. Poco dopo, strappato a forza dai soldati dal posto d’onore, spirava prima di giungere al posto di medicazione. Fulgido esempio di eroismo e delle più alte virtù militari. – Monte Miela, 4 – 5 dicembre 1917.
G. Carolei, G. Greganti, G. Modica, Le Medaglie d’oro al Valore Militare 1917, (a cura di), in Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare d’Italia, [Tipografia Regionale], Roma 1968, p. 220.