MEREU Attilio
di Arturo e di Maina Graziani, nacque a Cagliari il 4 marzo 1895 e morì il 22 agosto 1917 nel 22° ospedaletto da campo in seguito a ferite riportate in combattimento.
Rimasto orfano di padre, fu assunto come impiegato nella Delegazione Provinciale del Tesoro di Cagliari, per contribuire al sostentamento della madre e dei fratelli. Chiamato alle armi per mobilitazione nel giugno 1915 ed arruolato nel 45° reggimento fanteria, nel settembre successivo, promosso caporale, passò al 152° reggimento della brigata Sassari, sul fronte del basso Isonzo. Nel combattimento di Castelnuovo, nel novembre, fu decorato di medaglia di bronzo al valore per l’ardimento dimostrato nell’assolvere compiti di esplorazione e di recapito di importanti ed urgenti ordini del Comando, attraversando tratti di terreno scoperto sotto intenso fuoco nemico. Nominato sottotenente di M. T. ed inviato nelle retrovie per compiere il prescritto servizio di prima nomina presso un battaglione territoriale, ai primi di gennaio del 1916 ottenne di ritornare in linea col 234° reggimento della brigata Lario. Promosso tenente in ottobre e nominato aiutante maggiore del III battaglione, nell’aprile del 1917 fu chiamato a formare, col battaglione, il 265° reggimento della brigata Lecce, col quale, poi, combatté valorosamente sul Faiti nell’offensiva del maggio 1917. Durante l’undicesima battaglia dell’lsonzo, il 19 agosto, il III battaglione, ricevuto l’ordine di superare il torrente Frigido e di attaccare il nemico nell’abitato di Raccogliano, si portò avanti risolutamente. Il tenente Mereu, dopo aver per primo passato il corso d’acqua, trascinò arditamente i soldati all’accerchiamento delle case e delle caverne del paese, catturando numerosi prigionieri. Il giorno 21, sempre in testa alla prima ondata d’assalto, si lanciò alla conquista delle trincee di Biglia, riuscendo poi ad irrompere in un trincerone avversario attraverso i reticolati, solo in parte divelti. Contrattaccato dal nemico, fu l’anima di una resistenza eroica. Una raffica di mitragliatrice lo abbatté mentre, ritto sulla trincea conquistata, incitava i suoi uomini a resistere. Al prode ufficiale sardo, con d. l. del 13 giugno 1918, venne concessa alla memoria la medaglia d’oro al v. m. con la seguente motivazione:
Aiutante maggiore in seconda seppe con l’audacia e l’eroica fermezza trascinare le proprie truppe in due impetuosi assalti. Primo fra tutti ove più ferveva il pericolo, sotto il fuoco incessante di mitragliatrici e artiglieria nemica, trasfuse l’energia ed il suo grande entusiasmo nei dipendenti. Occupato un trincerone avversario, dopo aver superato enormi difficoltà ed attraversata una linea intatta di reticolati, contrattaccato dal nemico, in piedi sulla trincea, noncurante del fuoco che fulminava i nostri reparti, incitò tutti alla più accanita resistenza, così da meritare sul campo l’elogio dei superiori e l’ammirazione dei dipendenti. Soverchiato da forze superiori, cadde mortalmente ferito col grido fatidico di Savoia!. – Ansa di Raccogliano, 19 – 21 agosto 1917.
G. Carolei, G. Greganti, G. Modica, Le Medaglie d’oro al Valore Militare 1917, (a cura di), in Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare d’Italia, [Tipografia Regionale], Roma 1968, p. 106.