MONTANARI Carlo

MONTANARI CARLO050di Caroamico e di Vittoria Baldovini, nacque a Moncalvo Monferrato di Alessandria l’11 marzo 1863 e morì nell’ospedale da campo 017 il 9 novembre 1915 in seguito a ferite riportate in combattimento.
Studiò nel Collegio Militare di Firenze e, passato all’Accademia Militare, nel 1881, uscì sottotenente di artiglieria nell’agosto 1884. Destinato al 15° reggimento artiglieria da campagna e promosso tenente nel 1885, due anni dopo, partì per l’Eritrea con la spedizione S. Marzano e vi rimase circa un anno. Rimpatriato, prestò successivamente servizio in vari reggimenti d’artiglieria e, dopo la promozione a capitano nel 1894, frequentò con successo la Scuola di guerra e divenne ufficiale di Stato Maggiore. Nel 1904, promosso a scelta al grado di maggiore, fu trasferito al 51° reggimento fanteria della brigata Alpi. Promosso, nel gennaio 1910, tenente colonnello fu chiamato, l’anno dopo, a Roma al Comando del Corpo di S.M. e svolse, in Patria e all’estero, compiti ed incarichi di carattere riservato, ponendo in evidenza le sue brillanti doti di intelletto e la sua notevole preparazione professionale. Promosso colonnello nel 1914, fu capo dell’Ufficio di segreteria dello Stato Maggiore; e, dichiarata la guerra all’Austria, fu mobilitato col Comando Supremo dell’Esercito nel maggio 1915. Con la promozione a maggiore generale nell’ottobre dello stesso anno, assunse il comando della brigata Forlì (43° e 44° reggimento fanteria) che, già in linea dai primi giorni di guerra, operava nel settore di Plava, sul medio Isonzo.
Con saggia, pronta ed intelligente azione di comando, seppe infondere in essa, con l’esempio del suo coraggio e la sua attività, alto spirito combattivo per affrontare i maggiori cimenti.
Nella terza battaglia dell’Isonzo si condusse con grande bravura riuscendo, il 28 ottobre, ad occupare il Villaggio di Zagora e a portarsi innanzi fino ai reticolati di quota 383.
Nel pomeriggio del successivo 3 novembre, mentre dall’osservatorio più avanzato studiava il terreno antistante, in vista della prossima azione, venne colpito da pallottola di fucile al torace e morì a Dolegna alcuni giorni dopo.
Alla sua memoria, con moto proprio sovrano del 29 febbraio 1916, venne conferita la medaglia d’oro al v. m. con la seguente motivazione:

 Comandante di un settore esposto continuamente alle offese nemiche, seppe, con intelligente operosità e con diuturno, esemplare coraggio, infondere nelle truppe piena fede nel successo e fermezza di attendere serenamente il momento opportuno per conseguirlo. Ferito a morte in una ardita ricognizione a pochi passi dalle trincee nemiche, tra gli strazi di una lunga agonia e nella coscienza della fine prossima, ammoniva a rinnovare e moltiplicare gli sforzi per la vittoria italiana. Plava, 5 novembre 1915.


G. Carolei, G. Greganti, G. Modica, Le Medaglie d’oro al Valore Militare dal 1915 al 1916,  (a cura di), in Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare d’Italia, [Tipografia Regionale], Roma 1968, p. 126.