MONTI Tommaso
di Leopoldo e di Antonietta Pignacca, nacque a Forlì il 21 febbraio 1868 e morì in combattimento sul San Gabriele (Carso) il 29 agosto 1917.
Conseguita la licenza liceale nel Liceo Plana di Alessandria, seguendo lo slancio del suo desiderio, nell’ottobre 1886 entrò alla Scuola Militare di Modena e nell’agosto 1888 venne nominato sottotenente assegnato al 21° reggimento fanteria Cremona nel quale, quattro anni dopo, fu promosso tenente. Frequentati i corsi della Scuola di Guerra dal 1901, distinguendosi per prontezza di intuito, forza d’ingegno ed amore allo studio, nel 1902 ottenne la promozione a scelta a capitano nel 44° reggimento. Trasferito nel Corpo di S. M., prestò servizio prima presso il Comando della Divisione di Piacenza e poi in quello della Divisione di Messina. Nel 1908 fu inviato alla Scuola Militare di Modena, dove per cinque anni fu uno dei più apprezzati insegnanti di storia e di arte militare. Con la promozione al grado di maggiore, conseguita nel 1913, lasciò la Scuola per assumere il comando di un battaglione del 55° reggimento fanteria Marche; ma poco dopo la dichiarazione di guerra all’Austria, chiamato nuovamente nel Corpo di S. M., assolse delicati incarichi e nominato capo di S. M. della 35^ divisione col grado di tenente colonnello prese parte alle operazioni delle doline del Carso. Lasciò il fronte nel novembre 1915 per assumere il comando del 201° reggimento della brigata Sesia allora in formazione e col quale il 3 aprile 1916 raggiunse la zona tra Malo e Marano Vicentino. Iniziatasi l’offensiva nemica nel Trentino, il 16 maggio, raggiunse l’Altipiano di Folgaria e in Val Posina, in Vallarsa e al Passo della Borcola combatté valorosamente alla testa del suo reggimento per arginare l’irruenza avversaria, con una lotta dura e sanguinosa. Chiamato a disimpegnare le funzioni di capo di S. M. presso il Comando del XX Corpo d’Armata, nel novembre 1916, vi rimase solo pochi mesi poiché, promosso maggior generale nel maggio 1917, assunse prima il comando della brigata Chieti in Val Giudicarie, poi quello della brigata Forlì, con la quale prese parte ai combattimenti sul San Gabriele durante l’undicesima battaglia dell’Isonzo. Il 29 agosto, in uno dei più contrastati assalti alla cima del monte aspramente difesa dal nemico, non esitò a lanciarsi alla testa delle truppe della prima ondata d’assalto e a trascinarle con la voce e con l’esempio verso la vittoria. Ma nell’impeto dell’attacco cadde eroicamente fra i suoi soldati colpito a morte da scheggia di granata. Dice la motivazione con la quale venne conferita alla memoria del valoroso generale, con r. d. 11 maggio 1922, la medaglia d’oro al v. m.:
Comandante di una gloriosa brigata, la conduceva all’assalto di formidabili posizioni nemiche, e nella fase critica dell’aspro combattimento, si slanciava avanti, alla testa dei suoi battaglioni, trascinando li con mirabile ardimento all’assalto, finché lasciò gloriosamente la vita sul campo. – San Gabriele, 29 agosto 1917.
G. Carolei, G. Greganti, G. Modica, Le Medaglie d’oro al Valore Militare 1917, (a cura di), in Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare d’Italia, [Tipografia Regionale], Roma 1968, p. 132.