MOROZZO DELLA ROCCA Federico

MOROZZO DELLA ROCCA FEDERICO082di Giuseppe e di Harriet Venables, nacque a Palermo il 23 febbraio 1878. Risiede a Roma.
Di antico casato piemontese, ricco di gloriose tradizioni militari, studiò nel Collegio Militare di Roma ed alla Scuola Militare di Modena, dove, nel 1898, conseguì la nomina a sottotenente nel 45° reggimento fanteria. Promosso tenente nel 1902, l’anno dopo ottenne la destinazione al 2° reggimento granatieri. Partito per la Tripolitania nel settembre 1912 col III battaglione mobilitato e promosso capitano, al comando dell’ 11^ compagnia partecipò ai vari combattimenti, rimpatriando nell’ottobre 1913. Assegnato al 1° reggimento granatieri ed assunto il comando dell’ 8^ compagnia, il 24 maggio 1915 alla dichiarazione di guerra, prese posizione sul Basso Isonzo, a Monfalcone, ove, il 9 giugno, ferito nella battaglia fu decorato di medaglia di bronzo al v. m. Non completamente guarito, ritornò al fronte e prese parte ai combattimenti sul Sabotino e ad Oslavia. Durante l’offensiva austriaca nel Trentino del maggio 1916, al comando del IV battaglione combatté sull’Altipiano di Asiago e, poi, sul Monte Cengio, pilastro strapiombante sulla Val d’ Astico, caposaldo principale della estrema difesa della pianura veneta, tenne testa per due giorni consecutivi, con continui contrattacchi alla baionetta e violenti corpo a corpo, all’offensiva nemica. Il 3 giugno, rimasto privo di munizioni e sottoposto a poderoso bombardamento, con i superstiti granatieri che avevano scritto una delle più gloriose pagine di guerra, fu costretto a capitolare. L’eroica difesa del Cengio, citata sul bollettino di· guerra, fu anche riconosciuta dal nemico con spontanea ammirazione.
Il valoroso capitano, con d. L 16 agosto 1918, venne decorato di medaglia d’oro al v. m. con la motivazione seguente:

Con truppe miste della brigata granatieri e di altri corpi, circondato da forze nemiche soverchianti, battuto da poderose e numerose artiglierie avversarie, senza viveri e senza munizioni, contese rabbiosamente ed ostinatamente all’avversario, per più e più giorni, una posizione di capitale importanza, trascinando più volte gli avanzi dei suoi reparti ad epici contrattacchi alla baionetta. Con grande perizia, con fulgido coraggio, con sovrumana energia, resisté fino agli estremi in condizioni disperate, destando l’ammirazione dello stesso avversario. Monte Cengio (Altipiano di Asiago) , 28 maggio 3 giugno 1916.

Rimpatriato dalla prigionia, ebbe le successive promozioni e col grado di colonnello comandò il 1o reggimento granatieri dal 1927 al 1930. Promosso generale di brigata dal 1935, partecipò volontario alle operazioni in Etiopia al comando di una brigata indigena; quindi promosso generale di divisione nel 1937, comandò per breve tempo le truppe della zona di Socotà e, rimpatriato, fu collocato nella riserva e promosso generale di C. d’A. nel gennaio 1941.


G. Carolei, G. Greganti, G. Modica, Le Medaglie d’oro al Valore Militare dal 1915 al 1916,  (a cura di), in Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare d’Italia, [Tipografia Regionale], Roma 1968, p. 192.