MORSENTI Angelo

ANGELO MORSENTI046di Antonio e di Giovanna Margheriti, nacque a Capergnanica di Cremona il 4 febbraio 1888 e morì in combattimento a Versic sul Carso il 21 agosto 1917.
Appartenente a modesta famiglia di agricoltori, assolse gli obblighi di leva nel 54° reggimento fanteria dove ebbe i galloni di caporale e di caporal maggiore e fu congedato nel giugno 1910. Richiamato per mobilitazione, alla vigilia della dichiarazione di guerra all’Austria, il 10 maggio 1915 fu destinato al 42° reggimento Modena. Raggiunta col reggimento la zona di radunata il 24 maggio1915 e varcato il confine, nel primo balzo offensivo, combatté valorosamente sull’alto Isonzo, nella zona del Monte Nero, riportando in giugno sul Mrzli una grave ferita che lo obbligò a lasciare il fronte per essere ricoverato in ospedale. Guarito, rientrò al Deposito del reggimento alla fine di luglio e, promosso sergente nel 1916, nell’aprile del 1917 raggiunse in linea, sul Carso, il 71° reggimento della brigata Puglie, cui era stato trasferito. Poco dopo, in maggio, passò al 138° della brigata Barletta e, per le sue riconosciute prove di valore e di abilità di comandante dimostrate, gli venne affidato il comando del I plotone della 7^ compagnia, che condusse con grande ardimento nelle azioni svoltesi dal 21 maggio all’8 giugno in direzione di Castagnevizza, località che fu finalmente conquistata infrangendo la tenace resistenza nemica. Ripresa l’azione offensiva nell’agosto successivo, sempre nello stesso settore, contro le posizioni nel tratto di fronte Versic-Korite, il 21 agosto, il sergente Morsenti, avuto l’ordine di muovere all’attacco, validamente concorse, col suo plotone, alla conquista della quota 220 del Versic. Contrattaccato da forze nemiche numericamente superiori si batté con tanto valore e coraggio in una lotta a corpo a corpo quasi disperata, riuscendo a mantenere saldamente la posizione. Dispose quindi per il rafforzamento della trincea occupata e mentre in piedi su di essa osservava il lavoro compiuto e vigilava contro eventuali e possibili ritorni offensivi dell’avversario, cadde colpito mortalmente da pallottola di fucile.
Alla sua memoria con d. L del 22 novembre 1917 fu concessa la medaglia d’oro al v. m. con la seguente motivazione:

Comandante di un plotone, sempre alla testa dei suoi dipendenti, li trascinava con mirabile valore alla conquista di un’importante posizione nemica e la manteneva con pochi uomini. Resistendo poi ad un furioso contrattacco nemico, fulgido esempio di coraggio e di fermezza, sotto un uragano di ferro e di fuoco, sprezzante di ogni pericolo, rinsaldava l’animo dei propri dipendenti, portandosi incessantemente da un punto all’altro della posizione. Respinto il contrattacco, mentre ritto sulla posizione vigilava per sventare nuove insidie, veniva colpito mortalmente in pieno petto e dicendosi lieto di morire per la Patria, spirava col grido di: Viva l’Italia. – Versic, 21 agosto 1917.


G. Carolei, G. Greganti, G. Modica, Le Medaglie d’oro al Valore Militare  1917,  (a cura di), in Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare d’Italia, [Tipografia Regionale], Roma 1968,    p. 108.