MUSSO Mario
di Sebastiano e di Clara Pignari, nacque a Saluzzo il 30 gennaio 1876 e morì in ospedaletto da campo austriaco il 17 settembre 1915 in seguito a ferite riportate in combattimento presso Passo Melédis.
Uscito sottotenente nel 1893 dalla Scuola Militare di Modena ed assegnato al 41° reggimento fanteria, vi fu promosso tenente alla fine del 1898. Passato nella specialità alpini nel 190l ed assegnato al 3° reggimento, dette presto prova del suo coraggio operando, nel gennaio 1904, il salvataggio di un alpino travolto da una valanga durante una pericolosa escursione in alta montagna, nei pressi di Bardonecchia. Quest’atto di altruismo fu premiato con una medaglia di bronzo al v. m. Nel 1910, con la promozione a capitano, fu trasferito al 2° reggimento alpini col quale, al comando della 21^ compagnia del battaglione Saluzzo, entrò in guerra nel giugno 1915. Fin dai primi mesi, in zona di operazioni, dopo aver raggiunti e saldamente occupati i più importanti passi di confine, fu tra coloro che più si distinsero sul Pal Piccolo, sul Pal Grande e sul Freikofel, nell’alto But in Carnia, durante i continui, violenti attacchi austriaci. All’alba del 14 settembre si profilò di sorpresa un altro poderoso attacco contro le nostre posizioni di M. Lodin, Cima di Val di Puartis, Passo Melédis difese da tre compagnie, una del 12° reggimento bersaglieri e due del 2° alpini, fra cui la, 21^ comandata dal capitano Musso. Questi ferito una prima volta all’addome, dopo sei ore di fuoco violento, noncurante delle atroci sofferenze, rimase con stoica fermezza al suo posto ed appoggiandosi ad una piccozza continuò ad incuorare i propri alpini. Ferito una seconda volta e mortalmente nella impari lotta, con supremo sforzo si alzò in piedi, ordinando per l’ultima volta di continuare il fuoco contro una massa di nemici ormai irrompenti da ogni parte. Raccolto dal nemico e trasportato nell’ospedaletto da campo di Straniger Alm, spirò il 17 settembre offrendo alla Patria la sua nobile esistenza. Il nemico, ammirato del comportamento eroico del capitano Musso, dopo avere reso alla salma gli onori militari, dava comunicazione della sua morte alla famiglia con lusinghiere parole di conforto. Dice la motivazione della medaglia d’oro al v. m., concessa con d. l. del 22 luglio 1916:
Attaccato da forze molto superiori, con calma serena e sicura intelligenza, respingeva ripetutamente, per dieci ore, gli attacchi nemici. Gravemente ferito, continuava ad esercitare il suo comando, trascinandosi lungo la linea di fuoco per incuorare i dipendenti alla resistenza. Ritiratosi momentaneamente in un piccolo ricovero della trincea per medicarsi, ne usciva, poi, quando il nemico già minacciava di circondare la compagnia, e dava disposizioni per il ripiegamento del reparto, rifiutando di essere trasportato per non causare ritardi e maggiori perdite, e facendo, così, nobile sacrificio della propria vita. – Val di Puartis, 14 settembre1915.
G. Carolei, G. Greganti, G. Modica, Le Medaglie d’oro al Valore Militare dal 1915 al 1916, (a cura di), in Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare d’Italia, [Tipografia Regionale], Roma 1968, p. 78.