Nicola II ROMANOV, CZAR DI RUSSIA,
MOVM CONCESSE A STRANIERI
di Alessandro III e di Maria Feodorovna, nacque a Tsarskoje Selò (Russia) il 6 maggio 1868 e morì a Ekaterinburg il 17 luglio 1918.
Salito al trono nel 1894, avrebbe voluto seguire la politica già svolta dal padre, ma non ebbe il temperamento, né la forza di carattere necessari per fronteggiare con una politica di riforme, le crisi economiche e sociali che già travagliavano l’Impero.
In politica estera egli rafforzò l’amicizia con la Francia nel 1896, promosse una intesa con l’Austria nel 1897 e caldeggiò la convocazione della prima conferenza per la pace all’Aia nel 1899. Dopo la disastrosa guerra col Giappone nel 1904, le opposizioni condotte dai partiti socialisti e dai contadini si manifestarono apertamente dando luogo ai moti popolari di Pietroburgo del gennaio 1905 e che, repressi nel sangue, durarono con maggiore o minore accentuazione fino all’ottobre successivo. Per l’incalzare degli avvenimenti, Nicola II annunziò la concessione di riforme ed istituì il Parlamento (Duma). Ma sia le une che l’altro non dettero i risultati previsti; anzi l’Assemblea rappresentativa, attraverso graduali e decisive trasformazioni, divenne un organo della stessa reazione. Gli accordi con la Francia e con l’Inghilterra e la tensione con l’Austria nel 1908, per l’annessione della Bosnia – Erzegovina, furono i fatti salienti di politica estera del suo regno, ma anche in questo periodo Nicola II non seppe prendere decisioni risolute che avrebbero potuto creare la forza di resistenza dell’Impero. La dichiarazione di guerra della Russia agli Imperi Centrali, dopo l’ultimatum dell’Austria alla Serbia nel 1914, portò la sospensione dei conflitti sociali e la formazione dell’unione sacra, mentre le armate, vittoriose sugli austro – tedeschi, con operazioni a largo raggio, invasero la Prussia orientale.
Entrata l’Italia in guerra a fianco degli Alleati, con moto proprio sovrano del 4 settembre 1916, fu concessa a Nicola II, per atto politico, la medaglia d’oro al v. m. con la seguente motivazione:
Per attestare alla Russia, nostra alleata, ed al suo valoroso Sovrano, l’alta ammirazione che l’Esercito e il Popolo d’Italia tributano alle vittoriose armi imperiali per la lotta formidabile e gloriosa che sostengono contro il comune nemico a difesa della civiltà e del diritto violato.
Le successive sconfitte militari sui laghi Masuri e la esasperazione del popolo immiserito dalla guerra, portarono ai disordini di piazza del febbraio 1917 che presero ben presto una piega rivoluzionaria.
Il l 7 marzo 1917, Nicola II abdicò e, dopo breve prigionia, proclamata la dittatura del proletariato, fu deportato con la famiglia a Tobolsk e quindi a Ekaterinburg dove fu massacrato con i suoi familiari dagli stessi guardiani.
G. Carolei, G. Greganti, G. Modica, Le Medaglie d’oro al Valore Militare 1918, (a cura di), in Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare d’Italia, [Tipografia Regionale], Roma 1968, p. 276.