PALERMO Ugo

UGO PALERMO116di Salvatore e di Errichetta Fischer, nacque a Napoli il 27 novembre 1890 e morì in combattimento a Cà d’Anna (Monte Grappa) il 18 dicembre 1917.
Compiuti gli studi classici nel Liceo Umberto I di Napoli, si arruolò il 1° gennaio 1913 nel 15° reggimento fanteria come allievo ufficiale. Nell’aprile 1914 venne nominato sottotenente di complemento nel 31° reggimento fanteria e dopo aver frequentato un corso alla Scuola di applicazione, il 16 maggio 1915, passò nei ruoli del servizio effettivo. Alla dichiarazione di guerra all’Austria varcò il confine e col reggimento raggiunse la zona di operazioni sul basso Isonzo, nel settore di Castelnuovo. Il 30 giugno, caduto in un burrone durante un assalto, fu raccolto gravemente contuso e trasportato in luogo di cura. Tornato al fronte col grado di tenente al comando della 2060^ compagnia mitraglieri Fiat, fu, nel gennaio 1917, assegnato al 240° reggimento fanteria. Giunto sul Carso nel pieno svolgimento della battaglia della Bainsizza, prese parte con grande valore alle azioni del 27, 28 e 29 agosto contro le quote 122 sud e 123 nord. Promosso capitano in settembre, sempre al comando della compagnia mitraglieri, si segnalò durante l’offensiva austriaca dell’ottobre, dopo la rottura del fronte a Caporetto, nella difesa di Mortigliano e nel successivo ripiegamento verso il Piave. Dalla posizione fra Col Moschin e Col Fagheron, il 16 dicembre schierò le sue mitragliatrici davanti a Cà d’Anna, nei pressi di Osteria del Lepre, col compito di resistervi ad ogni costo. La mattina del 18 dicembre, dopo essere stato sottoposto tutta la notte precedente a violento fuoco di artiglieria che colpì due mitragliatrici rendendole inutilizzabili, sostenne e respinse con virile fermezza, con le armi ancora efficienti, l’attacco sferrato dalle fanterie nemiche, manovrando egli stesso una mitragliatrice rimasta senza serventi. E quando nel combattimento tutte le armi furono rese inutilizzabili, non esitò a mettersi alla testa dei pochi superstiti, a lanciarsi contro il nemico che minacciosamente avanzava e a respingerlo con grande bravura. Una granata nemica lo travolse nello scoppio, uccidendolo. Alla memoria del valoroso ufficiale, con d. l. del 16 agosto 1918, venne concessa la medaglia d’oro al v. m. Dice la motivazione:

Comandante di una compagnia mitragliatrici, di fronte al nemico dimostrò costante, mirabile coraggio. Avute completamente distrutte le proprie armi dall’artiglieria avversaria, si mantenne saldo in trincea con i superstiti del reparto, e con essi, in un supremo slancio, travolse con impeto irresistibile, al grido di Savoia! un reparto nemico, che minacciava seriamente un’ala della posizione. Rimasto infine con soli dieci soldati, fulgido esempio di fermezza e tenacia, li incitò ancora, nel nome d’Italia, a difendere la posizione ed a mantenerla fino all’arrivo dei rinforzi. Colpito da una granata avversaria, lasciò gloriosamente la vita sul campo. Cà d’Anna, 18 dicembre 1917.


G. Carolei, G. Greganti, G. Modica, Le Medaglie d’oro al Valore Militare  1917,  (a cura di), in Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare d’Italia, [Tipografia Regionale], Roma 1968,    p. 246.