PELI Paolo

PAOLO PELI074di Luigi e di Caterina Palini, nacque a Polaveno di Brescia il 21 settembre 1895 e mori in combattimento a Podlabuk (Passo di Zagradan) il 25 ottobre 1917.
Di modesta famiglia di agricoltori, laborioso ed intelligente, divenuto abile operaio emigrò per lavoro in Svizzera e poi in Austria. Rimpatriato e chiamato alle armi per mobilitazione il 1° giugno 1915, fu arruolato nel 50° reggimento fanteria. Nel settembre successivo entrò in guerra sul basso Isonzo col 149° reggimento della brigata Trapani, distinguendosi ben presto per ardire e capacità. Promosso caporale nel marzo 1916 e sergente in settembre, dopo un breve corso presso la Scuola mitraglieri di Brescia, fu destinato alla 671^ compagnia mitragliatrici Fiat, assegnata prima al 77° reggimento fanteria e poi al 128° della brigata Firenze, e meritò, nell’agosto 1917, una medaglia di bronzo al valore pel fatto d’arme di Kobilek, allorchè ferito, non abbandonò il posto di combattimento. Il mattino del 25 ottobre dello stesso anno, con una disperata resistenzasu Monte Podlabuk, nei pressi di Passo Zagradan, si oppose all’incalzante avanzata del nemico che aveva rotto il nostro fronte a Caporetto. Durante il combattimento, accortosi che gli austriaci, superate le difese laterali, minacciavano di avvolgere la posizione, di sua iniziativa, non esitò a portare la sua arma allo scoperto, oltre le linee più avanzate, e, per molte ore, tenne fermo il nemico sotto le raffiche della mitragliatrice. Nelle prime ore pomeridiane, ferito ad un braccio nel rinnovato attacco austriaco, non abbandonò la mitragliatrice e, nonostante il dolore, continuò impavido il fuoco finché l’arma, ripetutamente colpita, fu resa inservibile ed egli stesso, rifiutato di arrendersi agli austriaci che lo avevano accerchiato, difendendosi con la pistola, cadde colpito in fronte da pallottola di fucile.
Alla sua memoria venne concessa, con d. l. del 16 agosto 1918, la medaglia d’oro al v. m. con la seguente motivazione:

Capo mitragliatrice, per meglio battere il nemico, metteva in postazione la propria arma fuori della linea, completamente allo scoperto. Per ben sette ore, con calma e coraggio, sempre in piedi ed in vista dell’avversario, faceva fuoco contro di esso, falciandone inesorabilmente i nuclei che tentavano avvicinarsi alle nostre posizioni, noncurante del fuoco che già aveva colpito parecchi militari a lui vicini. Ferito egli stesso ad un braccio, non abbandonava la propria arma, e di fronte all’incalzare dell’avversario, fulgido esempio di fermezza e di alto sentimento del dovere, seguitava indomito a far fuoco, deciso a morire piuttosto che arrendersi. Avuta l’arma messa fuori uso e sopraffatto dal nemico, che lo aveva circondato, continuava a difendersi accanitamente con la pistola, finché, colpito ancora in fronte da una palla avversaria, perdette gloriosamente la vita. – Podlabuk – Passo di Zagradan, 25 ottobre 1917.


G. Carolei, G. Greganti, G. Modica, Le Medaglie d’oro al Valore Militare  1917,  (a cura di), in Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare d’Italia, [Tipografia Regionale], Roma 1968,    p. 162.