PERRINI Mario

PERRINI MARIO060di Antonio e di Anna Avvolta, nacque a Tarquinia di Viterbo il 14 settembre 1893 e morì a Roma il 31 ottobre 1952.
Ancora studente, si arruolò per frequentare il corso per allievi ufficiali nell’81° reggimento fanteria e nel novembre 1914 fu nominato sottotenente nel 2° reggimento granatieri. Nel gennaio successivo prestò la sua opera di soccorso alle popolazioni abruzzesi colpite dal terremoto, meritandosi una medaglia di bronzo di benemerenza.
Alla dichiarazione di guerra, nel maggio 1915, dalla zona di radunata raggiunse il basso Isonzo e nei cruenti fatti d’arme di S. Polo e di Monfalcone del giugno 1915, ottenne una medaglia di bronzo al v. m. Trasferito dal novembre 1915, nel ruolo degli ufficiali in servizio effettivo ebbe il comando del I plotone della 2^ compagnia in posizione nelle trincee di Oslavia, nella cosiddetta trincea del lenzuolo bianco.
Per il valore e l’ardimento dimostrati nei tre giorni di battaglia in quella trincea aspramente contesa durante l’offensiva austriaca del marzo 1916 e nella quale rimase gravemente ferito, gli fu conferita la medaglia d’oro al v. m. con r. d. del 30 novembre 1924 e la seguente motivazione:

Benché colpito in più parti del corpo da granata nemica, non abbandonò il posto di combattimento e con attività ammirevole provvide a sistemare a difesa il tratto di trincea a lui affidato. Il giorno successivo, ferito gravemente, rifiutò ogni soccorso, continuando a dare esempio di grande fermezza d’animo e del più alto sentimento del dovere. Ferito nuovamente in modo da riportare la frattura completa delle gambe, volle rimanere col suo reparto, ingiungendo al portaferiti di brandire un fucile e far fuoco. Continuò così ad essere l’anima della resistenza, sino a che una bomba a mano lo colpì alla faccia, facendogli perdere la vista ad entrambi gli occhi. Accerchiata la posizione, contro il suo corpo infierì ancora il nemico, finché, ritenendolo morto, lo abbandonava fra un mucchio di cadaveri e soltanto dopo più di un giorno, un nostro fortunato contrattacco permetteva di raccoglierlo. Fulgido esempio di sublime sacrificio e di indomito coraggio, che le più atroci sofferenze non valsero ad affievolire durante tre giorni di aspra lotta. Oslavia- Gorizia, 29 marzo 1916.

Collocato a riposo dal 1° agosto 1918, col grado di capitano, dopo aver svolto efficace opera di propaganda tra le truppe combattenti fino alla vittoria fu, nel 1926, richiamato in temporaneo servizio quale invalido di guerra e nominato giudice supplente presso il Tribunale Militare di Roma.
Nel novembre 1927 fu assegnato al Distretto Militare di Roma ed iscritto nel R. O. ottenendo le successive promozioni a maggiore nel febbraio 1936 e a tenente colonnello nel 1938 per meriti eccezionali.


G. Carolei, G. Greganti, G. Modica, Le Medaglie d’oro al Valore Militare dal 1915 al 1916,  (a cura di), in Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare d’Italia, [Tipografia Regionale], Roma 1968, p. 148.