PIRAS Fedele

PIRAS FEDELE031di Francesco e di Greca Ghiani, nacque ad Assemini di Cagliari il 1° dicembre 1895 ed ivi morì il 9 gennaio 1971.
Figlio di agricoltori, lasciò il lavoro dei campi alla chiamata della Patria in guerra contro l’Austria e nel giugno 1916 vestì il grigioverde come fante del 21° reggimento. Trasferito al 151° reggimento della brigata Sassari in zona di operazioni, dopo pochi giorni, il 30 novembre, passò al 225° reggimento fanteria Arezzo di nuova costituzione e combatté prima a M. Zebio, poi nelle trincee di Monfalcone, dando ripetute prove di valore e di ardimento. Nella grande offensiva di primavera, iniziata il 28 maggio 1917, partecipò alla conquista di quota 77 e, oltrepassato il viadotto ferroviario, si portò a Fiondar. In seguito alla situazione creatasi dal 24 ottobre sui vari fronti dopo gli avvenimenti di Caporetto, prese parte al ripiegamento sul Tagliamento il 29 ottobre e nelle prime ore del 6 novembre successivo si trovò col reggimento schierato sulla destra della Livenza, a cavallo della ferrovia Portogruaro – San Donà, per fronteggiare infiltrazioni di reparti austriaci che avanzavano. Quindi, in seguito all’aumentata pressione nemica, raggiunse la posizione prestabilita sul Piave, nel tratto Paludello – Capo Sile, termine orientale della laguna veneta. Nel maggio 1918 ottenne i galloni di caporale. Per l’eccezionale valore dimostrato durante l’offensiva austriaca del giugno, per ricacciare il nemico da alcune posizioni conquistate col favore della nebbia e del serrato fuoco delle artiglierie, fu decorato di medaglia d’oro al v. m., conferitagli con d. l. del 29 maggio 1919 e la seguente motivazione:

Fulgido esempio, in ogni circostanza, di ardimento e di valore, nella rioccupazione di un’importante posizione, di pieno giorno, per primo si slanciava attraverso ad uno stretto ponticello, sulla trincea nemica. Caduto il proprio ufficiale e tutti i compagni, da solo, e con impareggiabile tenacia, strenuamente difendeva la posizione raggiunta dai ritorni offensivi dell’avversario, dando tempo a nostre mitragliatrici di occuparla ed affermarvisi. Ferito dolorosamente ad una mano, gridava il suo saluto in dialetto sardo al proprio capitano, suo conterraneo, giunto sul posto, e continuava imperterrito a lanciare bombe con la mano sinistra finché, estenuato dal dolore e dalla fatica, dovette, suo malgrado, essere allontanato. – Capo Sile, 15 – 16 giugno 1918.

Ricoverato alla 79^ Sezione di Sanità per la grave ferita alla mano e passato al convalescenziario di Villa Merlo a Pistoia, l’8 settembre 1918 tornò nuovamente in linea e partecipò col 46° reggimento alla vittoriosa avanzata per la conclusione della guerra. Congedato nel dicembre 1919, fu ammesso a domanda, l’anno dopo, nell’Arma dei Carabinieri, alla Legione di Cagliari, ove fu promosso vice brigadiere nel luglio 1922. Venne collocato a riposo nell’ottobre 1925 a seguito di lesioni all’occhio sinistro riportate per lo scoppio del moschetto durante un’esercitazione.


G. Carolei, G. Greganti, G. Modica, Le Medaglie d’oro al Valore Militare  1918,  (a cura di), in Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare d’Italia, [Tipografia Regionale], Roma 1968,    p. 80.