POGGI Cesare

POGGI CESARE039di Vincenzo e di Clotilde Avignone, nacque a Torno di Como il 28 novembre 1883 e morì a Loranzè di Torino il 16 febbraio 1946.
Di famiglia originaria di Genova, trascorse i primi anni della sua giovinezza nel paese natio e a Como, dove continuò gli studi classici in quel ginnasio – liceo. Assolti gli obblighi di leva e nominato sottotenente di fanteria di complemento, fu nel 1911 nominato segretario della Camera di Commercio italiana di Ginevra. Richiamato per mobilitazione nel giugno 1915 ed assegnato al 157° reggimento Liguria, promosso tenente, raggiunse in settembre la zona di operazioni sull’alto Isonzo e combatté sul M. Nero e a Santa Lucia di Tolmino. Passato sull’Altipiano di Asiago all’inizio dell’offensiva austriaca della primavera del 1916, meritò un encomio solenne e la promozione a capitano per merito di guerra per il suo fermo contegno negli aspri combattimenti del 15 e 16 giugno 1916, sullo Zovetto. Promosso maggiore per meriti eccezionali nel giugno 1917, fu chiamato a formare i quadri del 272° reggimento fanteria della brigata Potenza; e, al comando del II battaglione, partecipò nell’agosto successivo alla battaglia della Bainsizza nella quale fu decorato di medaglia d’argento al valore. Altra medaglia d’argento gli fu concessa durante il ripiegamento delle Armate, per aver contrastato per molte ore i movimenti del nemico verso le posizioni di San Volario e di M. Carnizza, in Val Natisone, ed avere sostituito il proprio comandante di reggimento caduto sul campo durante le tragiche giornate del 25 e 26 ottobre 1917. Raggiunto il Piave sempre combattendo, fu inviato a presidiare la linea del Meolo, fra Rovarè e Monastier, e nell’offensiva austriaca del 15 giugno 1918, occupò il caposaldo di Casa Pasqualini facendone per tre giorni teatro di una lotta furibonda per respingere i continui attacchi in forze del nemico e, benché ferito due volte, continuò a dirigere la difesa con estremo vigore. La medaglia d’oro al v. m., conferitagli con moto proprio sovrano del 20 luglio 1918 per il glorioso fatto d’arme, ha là seguente motivazione:

Comandante di un battaglione, da lui mirabilmente preparato, occupava e teneva per tre giorni un caposaldo, resistendo, sebbene isolato quasi completamente, ad attacchi in forze del nemico e contrattaccando a sua volta. Ferito in due parti del corpo, manteneva il comando e dopo fierissima resistenza, esaurite le munizioni, ripiegava in ordine su posizioni poco arretrate. Quivi, ferito nuovamente due volte, era ancora l’anima della resistenza. Esausto per la perdita di sangue, si decideva a lasciare il comando solo per insistenza dei suoi e per la fiducia che poteva avere nel suo successore. Casa Pasqualini, 17- 18 giugno 1918.

Riprese servizio alla fine di ottobre e collocato in congedo nel marzo 1919, disimpegnò per molti anni l’incarico di Consigliere per l’emigrazione presso il Ministero degli Esteri. Nel 1939 fu collocato a riposo col grado di Ispettore generale capo. Ebbe le successive promozioni nella riserva a tenente colonnello nel 1929 e colonnello nel 1938.


G. Carolei, G. Greganti, G. Modica, Le Medaglie d’oro al Valore Militare  1918,  (a cura di), in Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare d’Italia, [Tipografia Regionale], Roma 1968,    p. 96.