RISMONDO Francesco

RISMONDO FRANCESCO022di Antonio e Luigia Paparella, nacque a Spalato in Dalmazia il 15 aprile 1885 e morì a Gorizia il 10 agosto 1915 in seguito a condanna di un tribunale militare austriaco.
Fu uno dei martiri dell’irredentismo ed il simbolo della passione italica delle genti dalmate. Figlio di un armatore, dopo aver compiuti gli studi medi all’Accademia di commercio di Graz, assunse la gestione dell’Agenzia di Spalato della Società di navigazione Dalmazia. Spirito vivace, sportivo e patriota, molto si adoperò per tener desta in Dalmazia la fiamma dell’italianità. Nei suoi viaggi in Italia egli sentiva rafforzarsi la speranza di vedere la sua Dalmazia, già strettamente legata alla Serenissima, accolta fra le braccia della più grande Patria. Nell’aprile 1915, trentenne, da Spalato si recò a Trieste e varcato il confine passò in Italia, qualche giorno prima della dichiarazione di guerra all’Austria. Il 16 giugno, vincendo tutte le resistenze delle autorità militari, si arruolò volontario nell’VIII battaglione bersaglieri ciclisti dell’8° reggimento, che già dal maggio era schierato sull’Isonzo contro la munitissima posizione austriaca di M. San Michele. Destinato ad un comando lontano dal fronte come interprete, in considerazione del grave pericolo di riconoscimento in caso di cattura da parte del nemico, rifiutò ogni privilegio e volle essere inviato in prima linea. Tornato fra i bersaglieri del battaglione, venuta l’ora dell’attacco, nella notte del 20 luglio, fu tra i primi a lanciarsi all’assalto e con fulmineo balzo ad irrompere nelle trincee conquistando alla baionetta la cima 4 del San Michele. Ma il giorno dopo, un contrattacco in forze del nemico impegnò i bersaglieri che resistettero con tenacia e bravura. Francesco Rismondo combatté con estremo vigore. Ferito ed esortato dai compagni ad allontanarsi, non volle abbandonare il campo della lotta. E dopo impari combattimento, stretto sempre più dalla morsa nemica, egli e i pochi superstiti caddero prigionieri in mano austriaca. Ma tanto sacrificio e quello degli eroici bersaglieri permise agli altri reparti di disimpegnarsi dal combattimento e di ripiegare ordinatamente. Francesco Rismondo, riconosciuto quale suddito austriaco, fu condannato al capestro per alto tradimento da un tribunale militare. La sentenza fu eseguita in Gorizia il 10 agosto 1915. Alla sua memoria venne conferita, con d. p. del 18 giugno 1952, la medaglia d’oro al v. m. con la seguente motivazione:

Volontario di guerra, irredento, animato dal più alto patriottismo, nelle aspre lotte sul Monte San Michele, combatteva accanitamente dando prova di mirabile slancio e d’indomito ardimento, finché cadeva gravemente ferito. Catturato, riconosciuto dal nemico, affrontava serenamente il patibolo confermando col martirio il suo sublime amore di Patria. Monte San Michele, 21 luglio 1915 Gorizia, 10 agosto 1915.


G. Carolei, G. Greganti, G. Modica, Le Medaglie d’oro al Valore Militare dal 1915 al 1916,  (a cura di), in Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare d’Italia, [Tipografia Regionale], Roma 1968, p. 70.