ROBINO Aurelio

AURELIO ROBINO014di Agostino e di Fanny Dellacella, nacque a Genova il 16 giugno 1867 e morì in combattimento a Grazigna di Gorizia il 17 maggio 1917.
Di famiglia originaria piemontese, diplomatosi ragioniere a Torino nell’Istituto tecnico  Germano Sommeiller, seguì, come il padre, ufficiale, la carriera delle armi. Ammesso nel 1885 alla Scuola Militare di Modena, nell’ottobre 1887 ottenne le spalline di sottotenente nel corpo dei bersaglieri. Destinato all’11° reggimento e promosso tenente nel 1891, vi disimpegnò la carica di aiutante maggiore in seconda. Promosso capitano a scelta nel 1° reggimento bersaglieri nel 1902, cinque anni dopo venne trasferito nel Corpo di S. M. e con la promozione a maggiore nel 1913, nel 4° reggimento bersaglieri, ebbe l’incarico di progettare e dirigere l’esecuzione di opere difensive sull’Altipiano di Asiago. Alla dichiarazione di guerra all’Austria, nel maggio 1915, al comando del XXXVII battaglione bersaglieri in Valsugana prese parte al primo sbalzo offensivo oltre confine, spingendosi verso Borgo. Promosso tenente colonnello alcuni mesi dopo, condusse valorosamente i suoi bersaglieri al fuoco sul medio Isonzo, distinguendosi nei combattimenti di Santa Lucia nel novembre 1915 e di Santa Maria di Tolmino nel maggio e giugno 1916. Nel febbraio 1917, con la promozione a colonnello per merito di guerra, assunse il comando del 119° reggimento fanteria della brigata Emilia. Durante la decima battaglia dell’Isonzo, il mattino del 16 maggio, ricevuto l’ordine di attaccare, si lanciò con i suoi fanti contro le munite posizioni austriache di quota 126 di Grazigna, piccola altura nei pressi di Gorizia.  Raggiunta la prima linea di trincee e superata la cima dell’altura, venne fermato nella travolgente avanzata da un profondo reticolato ancora intatto e sottoposto ad intenso fuoco da parte dell’artiglieria nemica. Costretto, nella difficile situazione, a far fronte anche a ripetuti contrattacchi, non volle allontanarsi dall’altura conquistata e cadde travolto dallo scoppio di una granata. Alla sua memoria, con d. l. del 13 settembre 1917, fu concessa la medaglia d’oro al v. m. con la seguente motivazione:

Comandante di un reggimento, con singolare perizia diresse parte delle sue truppe allattacco di una forte posizione nemica, riuscendo a conquistarla. Non potendo quelle truppe procedere per l’esistenza di un reticolato intatto sul rovescio della posizione e perché battute da intenso fuoco di artiglieria e contrattaccate, accorse con i rincalzi, che, animati dal suo esempio, respingevano dopo accanita mischia l’avversario. Rinforzatosi durante la notte sulla posizione e pronunciatosi il mattino successivo un nuovo e più furioso contrattacco, a cui le sue truppe, animate come sempre dalla sua presenza, resistevano tenacemente, mentre già gli arrideva la vittoria, cadde colpito a morte. – (Grazigna (Gorizia), 16 – 17 maggio 1917.


G. Carolei, G. Greganti, G. Modica, Le Medaglie d’oro al Valore Militare  1917,  (a cura di), in Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare d’Italia, [Tipografia Regionale], Roma 1968,    p. 44.