ROLANDO Francesco
di Giorgio e di Antonietta Allasio, nacque a Susa il 27 febbraio 1889 e morì in combattimento a Molino della Sega presso Fagarè di Piave il 16 novembre 1917.
Appartenente a famiglia di commercianti, studiò a Torino e, nel Liceo Gioberti, conseguì la licenza liceale. Chiamato per il servizio di leva nel 1909 ed arruolato come allievo ufficiale nel 4° reggimento bersaglieri, ottenne la nomina a sottotenente di complemento nel novembre 1910. Trattenuto alle armi, a domanda, nel novembre 1911 e superati gli esami di concorso, fu nominato sottotenente in servizio effettivo nel 9° reggimento bersaglieri. Nel 1913 partì per la Libia dove prese parte, col I battaglione volontari libici, ad operazioni di polizia coloniale e nel 1914 fu promosso tenente. Capitano nel 1915, comandò per circa due anni una compagnia del II battaglione libici, dedicandosi anche allo studio e ad esperimenti di coltivazione del cotone nella conca di Derna. Rimpatriato nel febbraio 1917 e trasferito al 17° reggimento bersaglieri, nel luglio assunse il comando del LXV battaglione, col quale combatté valorosamente in Carnia, sul Carso e sulle pendici dell’Hermada nel corso dell’undicesima battaglia dell’Isonzo. Durante il ripiegamento sul Piave delle truppe della 3^ Armata, al comando del LXIX battaglione del 18° reggimento bersaglieri, raggiunse la sponda sinistra del Tagliamento a protezione del ponte di Madrisio. Quindi, il 6 novembre, con le truppe di retroguardia del XIII C. d’A. sostenne scontri con avanguardie nemiche alla Livenza e al Piavon. Nella notte del 16 novembre, fu tra i primi ad accorrere col suo battaglione per ricacciare forti gruppi avversari. Nel combattimento, colpito in fronte da pallottola di mitragliatrice, cadde sul campo. La motivazione della medaglia d’oro al v. m., conferitagli alla memoria con d. l. del 13 giugno 1918, così sintetizza l’eroico episodio:
Comandante di un battaglione, seppe con l’esempio e con la parola preparare le sue truppe all’azione. Avuto l’ordine di attaccare, con intelligente perizia disponeva le sue truppe, guidandole di persona. Avvertito che in un punto il nemico ostacolava violentemente l’avanzata, vi accorreva, e, da solo, sotto fuoco intenso, sprezzante di ogni pericolo, si spingeva audacemente verso l’avversario per riconoscere l’efficienza delle sue difese, finché, investito da raffiche di mitragliatrici, rimaneva ferito. Trasportato al posto di medicazione, dopo ricevute le cure, volle ad ogni costo tornare al suo battaglione, recandosi ave più violento era il combattimento. Per vincere l’ultima disperata resistenza del nemico, gridando parole vibranti di entusiasmo, con balzo leonino si slanciò in avanti, primo fra tutti, trascinando i suoi bersaglieri all’urto violento contro l’avversario che veniva travolto. Colpito in fronte, cadeva da eroe, col grido di Savoia! sulle labbra. Fulgido esempio di eroismo e di alta virtù militare. – Molino della Sega, Piave, 16 novembre 1917.
G. Carolei, G. Greganti, G. Modica, Le Medaglie d’oro al Valore Militare 1917, (a cura di), in Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare d’Italia, [Tipografia Regionale], Roma 1968, p. 196.