ROSSI Francesco

FRANCESCO ROSSI102di Emilio e di Elvira Sirri, nacque a Bertinoro di Forlì il 9 aprile 1888 e morì in combattimento su Monte Tondarecar (Altipiano di Asiago) il 4 dicembre 1917.
Primogenito di dieci figli di una laboriosa e patriottica famiglia di mezzadri, compiute le classi elementari, aiutò il genitore nella conduzione dei campi. Assolse i suoi obblighi di leva nel 10° reggimento bersaglieri dall’ottobre 1908 al settembre 1910. Richiamato per mobilitazione nell’ottobre 1911 ed assegnato all’8° reggimento bersaglieri, partì col primo contingente di truppe destinato in Libia per la campagna di guerra con la Turchia. Prese parte al combattimento di Homs, dove rimase ferito e meritò un encomio solenne pel fatto d’arme del Margheb nel febbraio 1912. Rimpatriato nel maggio 1913 e collocato in congedo, riprese la sua vita di colono mezzadro. Richiamato per mobilitazione il 16 maggio 1915, fu destinato al 6° reggimento bersaglieri col quale, pochi giorni dopo passò il confine schierandosi nella conca di Plezzo, sull’alto Isonzo. Seguì quindi le sorti del reggimento e combatté ad Oslavia, sul Veliki Hribach e sul Pecinka dove, promosso caporale, si guadagnò la prima medaglia di bronzo al valore per avere comandato volontariamente una pattuglia di ardimentosi che nel combattimento dell’11 ottobre 1916 occupò, per prima, una trincea nemica ed offrendosi, poi, sempre volontariamente, con coraggio e alto senso del dovere, di portare ordini tra il reparto avanzato ed il comando di battaglione. Promosso caporal maggiore pochi giorni dopo, nel maggio 1917, sul Vodice, meritò la promozione a sergente per merito di guerra; e dopo avere partecipato nell’estate successiva alla battaglia della Bainsizza, un’altra medaglia di bronzo al valore premiò il suo comportamento durante l’aspro combattimento del 29 ottobre 1917 a Pradamano.Sempre in quei giorni tristi del ripiegamento al Piave, si distinse ancora una volta con uno dei suoi soliti colpi di mano, catturando 32 militari austriaci con l’ufficiale comandante. Ma la sua giovane vita doveva concludersi, con un ultimo gesto di coraggio e di nobiltà d’animo a Monte Tondarecar, il 4 dicembre, dove, facendo scudo di sé al proprio comandante, cadde trafitto da baionettata nemica. Alla memoria dell’eroico sergente venne concessa, con r. d. del 19 agosto 1921, la medaglia d’oro al v. m. con la seguente motivazione:


Distintosi in precedenti azioni e soprattutto durante il ripiegamento al Piave
, combatteva meravigliosamente, contribuendo a riconquistare una posizione perduta. Costretto poscia a ripiegare, ed avendo perduto il proprio capitano, si raccoglieva a disperata resistenza, incitando con la parola e l’esempio i pochi compagni superstiti, vicino al comandante, per salvare il quale faceva supremo olocausto della vita. Si spegneva serenamente col nome d’Italia sulle labbra. Monte Tondarecar, 4 dicembre 1917.


G. Carolei, G. Greganti, G. Modica, Le Medaglie d’oro al Valore Militare  1917,  (a cura di), in Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare d’Italia, [Tipografia Regionale], Roma 1968,    p. 218.