ROSSI  PASSAVANTI  Elia

ROSSI PASSAVANTI ELIA069di Ruggero e di Virginia Passavanti, nacque a Terni il 5 febbraio 189 e, ivi morì l’11 luglio 1985.
Volontario di guerra nel reggimento Genova Cavalleria (4°), combatté sul Carso come semplice dragone appiedato dall’autunno 1916 per la conquista di quota 144 e coi fanti del 142° reggimento fanteria Catanzaro, meritando i galloni dì caporale e di sergente per merito di guerra. Alla fine di ottobre del 1917 a Pozzuolo del Friuli, gravemente ferito agli occhi continuò a combattere e fu promosso aiutante di battaglia per merito di guerra. Nonostante la grave mutilazione, nell’aprile 1918 passò al VI reparto d’assalto e nell’agosto assunse il comando degli arditi del 252° reggimento fanteria Massa Carrara. Per i combattimenti sul Piave e sul Grappa, ancora due volte ferito, fu promosso sottotenente in servizio effettivo per merito di guerra. Fu decorato di due medaglie d’argento, sul Carso nel settembre 1916 e a S. Giovanni di Duino nell’agosto 1917; due croci di guerra al valore, a Pozzuolo del Friuli nell’ottobre 1917 e sul Grappa nel luglio – agosto 1918. Con r. d. 25 febbraio 1923 gli fu concessa la medaglia d’oro al v. m. con la seguente motivazione:

Da soldato, da caporale, da aiutante di battaglia, fulgido, costante esempio, trascinatore d’uomini; cinque volte ferito, tre volte mutilato, mai lo strazio della sua carne lo accasciò, sempre fu dovuto a forza allontanare dalla lotta; sempre appena possibile, vi seppe tornare, ed in essa fu sempre primo fra i primi, incurante di sé e delle sofferenze del suo corpo martoriato. In critica situazione, con generoso slancio, fece scudo del suo petto al proprio comandante, e due volte, benché gravemente ferito, si sottrasse, attaccando, alla stretta nemica. Con singolare ardimento, trascinava il suo plotone di arditi all’attacco di forte, munitissima posizione nemica; impossibilitato ad avanzare, perché intatti i reticolati, fieramente rispondeva con bombe a mano, alle intense raffiche di mitragliatrici. Obbligato a ripiegare, sebbene ferito, sostava ripetutamente per impedire eventuali contrattacchi. Avuta notizia di una nuova azione, abbandonava l’ospedale in cui l’avevano ricoverato, e raggiungeva il suo reparto; trasportato dai suoi, riusciva a prendere parte anche alla gloriosa offensiva finale. Soldato veramente, più che di carne e di nervi, dall’anima e dal corpo forgiati di acciaio e di ottima tempra. Hermada, settembre 1916 – Grappa24 ottobre 1918.

Partecipò all’impresa fiumana; quindi, con la promozione a tenente, fu in Eritrea. Deputato al Parlamento; laureatosi in giurisprudenza, lettere e scienze politiche, ebbe l’incarico dell’insegnamento di contabilità dello Stato nell’Università di Roma. Dal 1932 Consigliere della Corte dei Conti e Presidente di Sezione. Richiamato in servizio e promosso colonnello, è stato decorato della seconda medaglia d’oro al v. m. (Albania, gennaio – aprile 1941). Ha preso parte alla lotta partigiana dal 1943 al 1944. Generale di brigata nella riserva dal 1953.


G. Carolei, G. Greganti, G. Modica, Le Medaglie d’oro al Valore Militare  1918,  (a cura di), in Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare d’Italia, [Tipografia Regionale], Roma 1968,    p. 156.