RULENT Giuseppe

RULENT GIUSEPPE141di Secondo e di Teresa Gherra, nacque a Givoletto di Torino il 13 dicembre 1893. Risiede a Torino.
Appartenente a modesta famiglia di agricoltori, fu chiamato alle armi per il servizio di leva nel settembre 1913, assegnato al 70° reggimento fanteria della brigata Ancona.
Nel dicembre successivo, partì per la Libia aggregato alla 10^ compagnia dell’84° reggimento fanteria. Dopo circa un anno rientrò in Italia per malattia e, ricoverato all’Ospedale militare di Caserta, dopo una lunga licenza di convalescenza, nel febbraio 1915, fece ritorno al suo antico 70° reggimento, assegnato all’8^ compagnia. Raggiunse il reparto al fronte in ottobre, e, in Cadore, sul Monte Cavallino, riportò una prima ferita in combattimento.
Non ancora guarito ritornò in zona di operazioni e col grado di caporale nella 10^ compagnia del 139° reggimento Bari, combatté sull’Altipiano di Asiago durante l’offensiva austriaca nella primavera del 1916, riportando una seconda ferita in battaglia nella località Casa Rossa, fra Cima 11 e Cima 12.
Inviato in ospedale e guarito, dopo una breve licenza di convalescenza, fu trasferito al 232° reggimento Avellino da poco costituito, nel quale dette prove di ardimento e di valore durante la nona battaglia dell’Isonzo. Assegnato alla 4^ compagnia del I battaglione, il 14 novembre 1916, sulle colline del San Marco di Gorizia, alla testa della sua squadra ingaggiò una violenta lotta contro preponderanti forze nemiche e dopo avere resistito per circa due ore in impari combattimento, venne sopraffatto e catturato. La sua audacia e lo sprezzo della morte dimostrati dopo la cattura sono ricordati nella motivazione della medaglia d’oro al v. m. conferitagli con d. l. del 13 ottobre 1918, e che così si esprime:

Dopo circa due ore di eroica resistenza, veniva fatto prigioniero coi pochi superstiti della sua squadra. Vigilato da sentinelle nemiche, ne uccideva una, mettendo fra gli avversari lo scompiglio, di cui si giovarono i compagni per aprirsi un varco verso le nostre linee. Atterrato da un ufficiale nemico, il quale puntandogli contro la pistola gli intimava di gridare: Viva l’Austria!, con magnifico disprezzo della vita, rispondeva con forte grido: Viva l’Italia!, rimanendo gravemente ferito dall’ufficiale stesso, che, con la morte gli avrebbe voluto far scontare la sublime audacia. – San Marco (Gorizia), 14 novembre 1916. 

Rimpatriato dalla prigionia nel gennaio 1919 e congedato nel luglio dello stesso anno, fu assunto dal Comune di Torino quale inserviente, quindi dal Ministero dei Trasporti come applicato e collocato a riposo per età nel 1958.


G. Carolei, G. Greganti, G. Modica, Le Medaglie d’oro al Valore Militare dal 1915 al 1916,  (a cura di), in Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare d’Italia, [Tipografia Regionale], Roma 1968, p. 310.