SABATO Antonino

SABATO ANTONINO080di Celestino e di Maria Calcagno, nacque a Novara di Sicilia (Messina) il 2 giugno 1896 e morì in combattimento sull’Altipiano di Asiago il 2 giugno 1916.
Nato da modesta famiglia di agricoltori, coadiuvò i genitori nel lavoro dei campi. Nel 1911 emigrò in Svizzera per contribuire col suo lavoro a mantenere la famiglia di cui era divenuto l’unico sostegno. All’amore per la famiglia univa il culto per la sua terra e non volle perciò mancare al suo dovere, il giorno in cui la Patria in guerra lo chiamò alle armi. Arruolato nel novembre 1915 nel deposito del 5° reggimento fanteria, passò al 224° reggimento della brigata Etna di nuova costituzione. Destinato alla 10^ compagnia, chiese ed ottenne di essere assegnato attendente ad un ufficiale, ed il nuovo compito fu per lui come una missione. Nel marzo 1916, seguendo il suo ufficiale, partì col reggimento per la zona di operazioni in Carnia. Iniziata l’offensiva austriaca nel Trentino, il reggimento venne trasferito sull’Altipiano di Asiago e dal 25 al 30 maggio sostenne con fermezza gli attacchi nemici. La 10^ compagnia, a presidio della cresta di Monte Zomo di Gallio, il 1° giugno fu sottoposta ad un nuovo violento attacco che, preceduto dal tiro di sbarramento delle artiglierie, si prolungò anche nella notte. All’alba del giorno successivo, ad un nuovo attacco dell’avversario che proveniente dalle Melette aveva in parte superate le nostre linee, i fanti della 10^ compagnia, stretti da ogni parte, ingaggiarono una lotta disperata nella quale il comandante della compagnia e due comandanti di plotone caddero feriti. Nelle prime ore del pomeriggio, un rinnovato attacco in forze austriaco si manifestò contro le posizioni tenute dalla 10^ compagnia. Il tenente Bricci, seguito dal suo attendente Antonino Sabato che mai lo aveva abbandonato, balzò in avanti dando il segnale del contrassalto e la lotta divenne ben presto un furioso corpo a corpo. Ferito, l’umile fante non volle allontanarsi dal suo ufficiale, rifiutando di farsi trasportare al posto di medicazione e, battendosi da leone, sacrificò, nel giorno stesso in cui compiva vent’anni, la sua vita, ricevendo in pieno petto il colpo di baionetta destinato al suo ufficiale cui aveva fatto scudo col suo corpo. Alla memoria dell’eroico fante, che col suo cosciente sacrificio, fu mirabile esempio di attaccamento al dovere e di sublime abnegazione, venne conferita, con r. d. 10 agosto 1923, la medaglia d’oro al v. m. con la motivazione seguente:

Durante asprissimo combattimento restava costantemente presso l’ufficiale di cui era attendente, anche dopo di essere stato ferito una prima volta, rifiutando di essere trasportato al posto di medicazione. Durante la lotta corpo a corpo, esempio mirabile di alte virtù militari e di affetto al proprio ufficiale, vistolo in pericolo, trovò morte gloriosa sul campo, facendogli scudo del proprio petto. Monte Zomo di Gallio, 2 giugno 1916.


G. Carolei, G. Greganti, G. Modica, Le Medaglie d’oro al Valore Militare dal 1915 al 1916,  (a cura di), in Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare d’Italia, [Tipografia Regionale], Roma 1968, p. 188.