SAMOGGIA Alfonso

SAMOGGIA ALFONSO084di Luigi e di Erminia Parisini, nacque a Bologna il 9 settembre 1893 e morì il 6 giugno 1916 in ospedale da campo austriaco a Casotto di Trento, in seguito a ferita riportata in combattimento.
Nato da famiglia di lavoratori agricoli, lasciò i campi per il mestiere di orefice. Chiamato alle armi per mobilitazione nel giugno 1915, fu destinato al 2° reggimento granatieri e raggiunse il fronte in ottobre, assegnato alla 2^ compagnia del I battaglione. Per la sua intelligente attività, per lo sprezzo del pericolo dimostrati nei combattimenti ad Oslavia e sul Sabotino, congiunti allo spiccato senso di orientamento sul terreno, che lo misero presto in evidenza, fu chiamato a svolgere il non facile compito di porta-ordini della compagnia. Per fronteggiare l’offensiva austriaca nel Trentino del maggio 1916, i granatieri furono inviati sull’Altipiano di Asiago ed il I battaglione, il 23 maggio, era in posizione sul fronte Val Canaglia – Lemede. Durante il combattimento del 3 giugno sulle posizioni di Cesuna, quando il nemico superate le difese stava ormai per soverchiare i prodi granatieri della 2^ compagnia, il valoroso porta-ordini Samoggia, del IV plotone, di sua iniziativa, intuita la gravità della situazione, si lanciò attraverso una zona scoperta ed intensamente battuta dal fuoco delle artiglierie, corse al comando del battaglione per chiedere d’urgenza rinforzi, che purtroppo non poterono essere inviati per totale mancanza di truppe. Rientrò quindi al suo reparto, e mentre si apprestava a riferire al suo comandante l’esito della missione volontariamente compiuta, venne colpito in bocca da pallottola di fucile. Nel timore che la morte imminente rendesse nullo il suo sacrificio, raccolte le forze gridò: Resista, signor tenente, resista, i rinforzi arriveranno!. Pronunciata la sublime bugia, cadde. riverso fra i compagni. Raccolto morente sul campo dal nemico, spirò tre giorni dopo. Alla sua memoria fu concessa, con r. d. 4 luglio 1920, la medaglia d’oro al v. m. Dice la motivazione:

In una cruenta azione disimpegnava instancabilmente il proprio servizio, sia recando ordini fra le linee più avanzate, sia rifornendo le munizioni sulla linea del fuoco, ed attraversava alluopo più volte, e da solo una zona di cresta scoperta e furiosamente battuta dal tiro avversario. In una successiva circostanza, in cui un attacco estremamente violento di soverchianti forze nemiche seminava la morte fra le nostre truppe ed inevitabilmente le serrava sempre più da presso, intuendo l’imminente pericolo, di propria iniziativa, sotto il grandinare dei proiettili, correva con impareggiabile serenità a chiedere rinforzi. Deluso nella propria speranza per la totale mancanza di truppe disponibili, nel tornare sopra i suoi passi, cadeva colpito a morte nel momento in cui giungeva presso il proprio ufficiale. Dando allora fulgida prova dei più eletti sentimenti, per infondere a questo ancora fiducia, contrariamente al vero gli gridava fra gli spasimi: Tenente, i rinforzi arriveranno!. Quota 115 2- Cesuna (Asiago) 31 maggio-3 giugno 1916.


G. Carolei, G. Greganti, G. Modica, Le Medaglie d’oro al Valore Militare dal 1915 al 1916,  (a cura di), in Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare d’Italia, [Tipografia Regionale], Roma 1968, p. 196.