SARFATTI Roberto

SARFATTI ROBERTO002di Cesare e di Margherita Grassini, nacque a Venezia il 10 maggio 1900 e morì in combattimento a Col d’Echele sull’Altipiano di Asiago il 28 gennaio 1918.
Animato da ardente patriottismo, a quindici anni, alla dichiarazione di guerra all’Austria, munitosi di falsi documenti, abbandonò le aule dell’Istituto nautico di Venezia e si arruolò nel 35° reggimento fanteria Pistoia. Scoperta la sua vera età venne restituito alla famiglia, ed il suo desiderio di combattere per la Patria poté realizzarsi solo al diciassettesimo anno di età.
Nel luglio 1917, ottenuto il consenso paterno, si arruolò volontario nel 6° reggimento alpini; ma gli indugi frapposti per l’invio in zona di operazioni accrebbero la sua impazienza ed inasprirono il suo animo. Finalmente, nel novembre dello stesso anno, dopo ripetute domande, poté raggiungere al fronte il battaglione Monte Baldo, cui era stato destinato, e che sull’Altipiano di Asiago già si era distinto nella battaglia per la conquista dell’Ortigara. Assegnato alla 92compagnia partecipò subito ai combattimenti e si comportò valorosamente in Val Capra e sulle Melette di Gallio, meritando un encomio ed i galloni di caporale. Rientrato al reparto il 27 gennaio 1918 dopo una licenza premio ed appreso che l’indomani il suo battaglione avrebbe preso parte all’importante azione contro le posizioni austriache di Case Ruggi, in Val Sasso alle falde di Col d’Echele, all’estrema destra dello schieramento sull’Altipiano, ottenne di potervi partecipare. Venuto l’ordine dell’attacco fu tra i primi a lanciarsi sulla linea avversaria, a superarla travolgendone le difese e a spingersi innanzi sorprendendo in un camminamento il presidio che venne catturato con tutte le armi. Nel pomeriggio, ripreso il combattimento, postosi di sua iniziativa alla testa di un nucleo di arditi, mosse risolutamente all’attacco di un ridottino nemico. Nella battaglia che diventò ben presto accanita, cadde colpito in piena fronte da una pallottola di fucile. Io non so se morirò: la morte trovata combattendo per il proprio ideale, non è morte, ma trapasso, ed il sangue versato per un’idea, fruttifica e produce. Così aveva scritto, ancora quindicenne, al padre, il giorno stesso della dichiarazione di guerra, per chiedergli l’autorizzazione ad arruolarsi. Alla memoria dell’eroico giovanetto venne conferita, con r. d. del 9 aprile 1925, la medaglia d’oro al v. m. con la seguente motivazione:

Volontario di guerra, appena diciassettenne, rientrato dalla licenza ed avendo saputo che il suo battaglione si trovava impegnato in una importante azione contro formidabile posizione nemica, si affrettava a raggiungere la linea. Lanciatosi all’attacco di un camminamento nemico, vi catturava da solo 30 prigionieri ed una mitragliatrice. Ritornato nuovamente all’attacco di una galleria fortemente munita, cadeva mortalmente ferito. – Case Ruggì (Val Sasso), 28 gennaio1918.


G. Carolei, G. Greganti, G. Modica, Le Medaglie d’oro al Valore Militare  1918,  (a cura di), in Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare d’Italia, [Tipografia Regionale], Roma 1968,    p. 28.