SAURO Nazario

SAURO NAZARIO111di Giacomo e di Anna Depangher, nacque a Capodistria il 20 settembre 1880 e morì il 10 agosto 1916 a Pola in seguito a condanna inflittagli dal Tribunale militare austriaco.
Figlio e nipote di marinai, conseguì nel 1904 il diploma di capitano di grande cabotaggio presso l’Istituto Nautico di Trieste e fu comandante di piccoli piroscafi della Società di navigazione capodistriana destinati ai traffici costieri dell’Adriatico. Già noto fra le sue genti per il suo appassionato amore per l’Italia, nel settembre 1914, varcò il confine ed a Venezia svolse assidua ed efficace opera di propaganda per il nostro intervento in guerra. Arruolatosi volontario in servizio nella Marina Militare italiana, fu imbarcato sulla nave Emanuele Filiberto col grado di tenente di vascello e prese parte a molte ardite e difficili missioni, incurante del grave rischio cui si esponeva in caso di cattura da parte del nemico. Dal gennaio 1916, imbarcato sia sulla torpediniera 4 PN, sia su naviglio leggero dell’Alto Adriatico, compì memorabili azioni navali fra le quali l’incursione nel porto di Trieste del maggio 1916 e lo sbarco a Parenzo del 22 giugno successivo con il c.t. Zeffiro. Il 30 luglio 1916, imbarcato sul sommergibile Giacinto Pullino lasciò Venezia diretto a Fiume con il compito di silurare il naviglio alla fonda. Verso mezzanotte, all’ingresso del Golfo del çarnaro, il Pullino per errore di rotta s’incagliò sull’isolotto della Galiola. Avvistato da due torpediniere austriache, l’equipaggio fu catturato e condotto a Pola. Nazario Sauro, riconosciuto e deferito al tribunale militare di guerra, dopo sommario processo per alto tradimento, il 10 agosto fu condannato a morte e poche ore dopo salì il patibolo. E mentre la corda già gli stringeva la gola, trovò la forza di gridare: Morte all’Austria; Viva l’Italia! . Nel suo testamento spirituale ricordava alla moglie di insegnare ai figli che egli era stato prima italiano, poi padre, poi cittadino. Alla memoria dell’eroico ufficiale fu concessa, con r. d. del 20 gennaio 1919, la medaglia d’oro al v. m. con la motivazione seguente:

Dichiarata la guerra all’Austria, venne subito ad arruolarsi volontario sotto la nostra bandiera per dare il contributo del suo entusiasmo, della sua audacia ed abilità alla conquista della terra sulla quale era nato e che anelava a ricongiungersi allItalia. Incurante del rischio al quale si esponeva, prese parte a numerose, ardite e difficili missioni navali di guerra, alla cui riuscita contribuì efficacemente con la conoscenza pratica dei luoghi e dimostrando sempre coraggio, animo intrepido e disprezzo del pericolo. Fatto prigioniero, conscio della sorte che ormai l’attendeva, serbò, fino all’ultimo, contegno meravigliosamente sereno, e col grido forte e ripetuto più volte dinnanzi al carnefice di Viva l’Italia! Esalò l‘anima nobilissima, dando impareggiabile esempio del più puro amor di Patria. Alto Adriatico, 23 maggio 1915 – 10 agosto 1916.


G. Carolei, G. Greganti, G. Modica, Le Medaglie d’oro al Valore Militare dal 1915 al 1916,  (a cura di), in Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare d’Italia, [Tipografia Regionale], Roma 1968, p. 250.