SCATOLONE ANGELO

SCATOLONE ANGELO098di Raffaele e di Emilia d’Abate, nacque a Campobasso il 3 agosto 1887 e morì in combattimento a Monfalcone il 3 luglio 1916.
Nato da famiglia di modesti operai agricoli, apprese ed esercitò il mestiere di falegname. Costretto dalla necessità di concorrere al mantenimento dei genitori emigrò nel 1906 negli Stati Uniti d’America e fu assunto operaio in una segheria elettrica. In breve tempo, per il suo attaccamento al dovere, per l’intelligente operosità ed il rendimento nel lavoro, si guadagnò la simpatia e la stima dei proprietari che lo nominarono capo operaio creandogli una buona posizione economica. Alla dichiarazione di guerra dell’Italia nel conflitto mondiale non ebbe incertezze: lasciò famiglia e lavoro, e per adempiere il suo dovere di cittadino chiese ed ottenne di accorrere al richiamo della Patria. Arruolato nel novembre 1915 nel 17° reggimento fanteria, alcuni mesi dopo, il 7 febbraio 1916, era destinato coi complementi al 75° reggimento della brigata Napoli, in linea sul Basso Isonzo. Assegnato alla 10^ compagnia del III battaglione, fin dai primi giorni di vita di trincea, si fece benvolere dai superiori e dai compagni per il temperamento gioviale e la nobiltà d’animo uniti al personale coraggio ed allo sprezzo del pericolo. Sempre primo ad assumere i compiti più ardui, sempre fra i primi a lanciarsi avanti nella furia del combattimento, più di una volta era stato visto far scudo di sé ai suoi ufficiali o portare in salvo sulle sue robuste braccia un compagno ferito. Il 14 giugno 1916, a quota 121, nella zona di Monfalcone, penetrato in una trincea avversaria, catturò una mitragliatrice dopo aver sostenuto un violento corpo a corpo con i difensori. Il 3 luglio successivo, sempre a quota 121 di Monfalcone, nel rinnovato attacco contro la posizione fortemente difesa, fu tra i primi a lanciarsi in avanti sotto il violento fuoco di mitragliatrici e di fucileria e fu fra i pochi che raggiunsero incolumi la trincea nemica. Al ritorno in forze del nemico per il contrattacco, mentre rianimava i compagni e li incitava alla resistenza sulla posizione così duramente conquistata, veniva colpito da una fucilata, ad un ufficiale accorso in suo aiuto, egli morente pronunciò queste parole:  Signor tenente muoio, ma sono contento di morire per la Patria che ho tanto amata!.
Alla sua memoria, con d. l. del 1° febbraio 1917, venne conferita la medaglia d’oro al v. m. con la seguente motivazione:

Fulgido esempio di costante eroismo, si distingueva in aspri combattimenti per ardire e sprezzo del pericolo. Il 14 giugno 1916, a Monfalcone, penetrava per primo in una trincea nemica e, atterrandone i difensori, strappava loro una mitragliatrice. Il 3 luglio 1916, nella stessa località, fu strenuo difensore della trincea conquistata, e, colpito a morte, esalava la sua bell’anima dicendosi contento di morire per la Patria. – Monfalcone, 14 giugno- 3 luglio 1916.


G. Carolei, G. Greganti, G. Modica, Le Medaglie d’oro al Valore Militare dal 1915 al 1916,  (a cura di), in Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare d’Italia, [Tipografia Regionale], Roma 1968, p. 224.