SPINUCCI  Emidio

EMIDIO SPINUCCI083di Paolo e di Filomena Palmieri, nacque a Firenze il 2 agosto 1870 e morì in combattimento a Lestizza di Udine il 30 ottobre 1917.
Dal Collegio Militare di Roma passò, nel 1889, alla Scuola Militare di Modena due anni dopo ottenne la nomina a sottotenente nel 10 reggimento granatieri. Tenente nel 1895, dal febbraio al giugno 1896, prese parte alla breve campagna in Africa col XXIV battaglione fanteria. Con la promozione a capitano, nel marzo 1907, passò al 2° reggimento granatieri e col III battaglione, nel gennaio 1912, partì per la Tripolitania, partecipando alla guerra italo – turca. Rimpatriato nell’aprile 1913, fece ritorno in Tripolitania nel 1914, chiamato ad assolvere importanti incarichi di fiducia per la sua conoscenza della lingua araba; ma la sua permanenza in Libia fu breve. Rimpatriato nel marzo 1915, rientrò al suo reggimento. Alla dichiarazione di guerra all’Austria, passò l’Isonzo ai primi di giugno e, a Monfalcone, il giorno 23, riportò una ferita all’occhio destro. Promosso maggiore in agosto e tenente colonnello nel maggio 1916, dimesso dall’ospedale, ritornò al fronte al comando del III battaglione del 220° reggimento fanteria della brigata Sele, di nuova formazione, che condusse valorosamente durante l’offensiva austriaca nel Trentino. Una medaglia di bronzo al valore gli fu conferita per gli aspri combattimenti sostenuti per due mesi in Val Posina, in Vallarsa, a Colle Xomo e sul Novegno. Nel settembre dello stesso anno, ritornò fra i suoi granatieri, sul Carso e col I battaglione del 1° reggimento, nell’offensiva della primavera del 1917, combattendo con grande valore nella regione di Fornaza, ad ovest di Selo, fu decorato di medaglia d’argento al valore pel fatto d’arme del 24 maggio a quota 208, nel quale riportò anche una grave ferita al braccio destro. Ritornato al fronte e promosso colonnello il 12 settembre 1917, assunse il comando del 2° reggimento granatieri e dopo Caporetto ebbe il delicato compito di proteggere il ripiegamento della 3^ Armata verso il Piave. Il 29 ottobre, ebbe l’ordine di portarsi a Romans. Il giorno dopo, giunto verso il tramonto nei pressi di Flambro che era già occupato dal nemico, senza esitare, pastosi alla testa di alcuni reparti di granatieri si lanciò all’attacco e mentre li guidava all’assalto, incitandoli a seguirlo, cadde colpito da pallottola in piena fronte. Alla memoria del valoroso colonnello venne concessa, con d. l. del 3 marzo 1918, la medaglia d’oro al v. m., con la seguente motivazione :

Veterano glorioso del Carso, capo sapiente ed insigne, gregario eroico, primo sempre a procedere, a ripiegare ultimo. In un fiero attacco notturno, eccezionalmente arduo per gravi e speciali condizioni di manovra, balzando alla testa dei suoi granatieri, li trascinò seco come folgori all’assalto del soverchiante nemico e cadde col nome d’Italia sulle labbra frementi, donando la vita alla Patria, il nome e l’esempio ai ricordi gloriosi della nostra storia. – Carso- Piave, 28-30 ottobre 1917.


G. Carolei, G. Greganti, G. Modica, Le Medaglie d’oro al Valore Militare  1917,  (a cura di), in Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare d’Italia, [Tipografia Regionale], Roma 1968,    p. 180.