STEFENELLI Ferruccio

FERRUCCIO STEFENELLI115di Giuseppe e di Maria Ranzi, nato a Trento il 9 luglio 1898,muore a Mezzolombardo (TN) l’11 maggio 1980.
Studente dell’Istituto Tecnico a Firenze, dove la famiglia animata da sentimenti di italianità si era trasferita per sfuggire alle rappresaglie austriache nell’imminenza del conflitto, lasciò i banchi della scuola e si arruolò volontario nel luglio 1916 nell’8° reggimento alpini, col nome di guerra Giuseppe Gennari. Nominato aspirante ufficiale di fanteria di complemento dal gennaio 1917 ed assegnato al 6° reggimento alpini, battaglione M. Baldo, di nuova formazione, si distinse nei combattimenti del giugno sul Monte Ortigara ove, ferito, fu decorato di medaglia d’argento al valore. Dimesso dall’ospedale nell’ottobre 1917 e promosso sotto tenente, passò al 3° reggimento, battaglione Moncenisio, 102^ compagnia, con la quale durante il ripiegamento delle truppe dalla fortezza Cadore – Maè, operò prima allo sbarramento della Val Piave il 2 e 3 novembre, poi alla resistenza sul Montello ed infine sul Monte Tomba, ove, il 28 novembre, meritò una medaglia di bronzo al valore. Offertosi volontariamente di partecipare alla riconquista di Col Caprile con un nucleo di arditi, di cui assunse il comando, fu decorato di medaglia d’oro al v. m., conferitagli con r. d. del 7 agosto 1919, con la seguente motivazione:

Nativo di Trento e volontario di guerra, fu sempre primo in ogni combattimento. Vibrante di entusiasmo e di fede, volle partecipare ad un aspro attacco per la conquista di una posizione particolarmente ardua. Conscio del pericolo cui si esponeva e che per la sua condizione speciale era di estrema gravità, alla testa di un nucleo di arditi, risolutamente si slanciava all’assalto, incurante dell’intenso fuoco nemico, che diradava sensibilmente i suoi uomini e, superati i due ordini di reticolati, con impeto travolgente raggiungeva l’obiettivo. Fatto segno a violente raffiche di fuoco da una vicina posizione avversaria, con audacia indomabile, si slanciava anche su di questa, impegnandovi una lotta a corpo a corpo. Ferito gravemente ed accerchiato, coi pochi suoi uomini superstiti, da soverchianti forze nemiche, continuava a combattere con fulgido valore fino all’estremo, rinunciando ad ogni cura e rimanendo infine sopraffatto dal numero. – Col Caprile, 16 dicembre 1917.

Caduto prigioniero, tentò più volte di evadere dal campo. Rimpatriato nel novembre 1918, ottenne la nomina a tenente in servizio permanente effettivo. Si dimise nel giugno 1928 perché ammesso per concorso nella carriera consolare del Ministero degli Esteri. Destinato come Vice Console a Sfax, in Tunisia, passò nel 1933 al Consolato di Hankow, in Cina. Console di 1^ classe a Tien-Tsin durante la seconda guerra mondiale, fu poi, Console Generale a Sidney, Consigliere, con credenziali di Ministro Plenipotenziario, a Saigon, e quindi nella Repubblica del Gana, fino al collocamento a riposo avvenuto nel 1964.


G. Carolei, G. Greganti, G. Modica, Le Medaglie d’oro al Valore Militare  1917,  (a cura di), in Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare d’Italia, [Tipografia Regionale], Roma 1968,    p. 244.