TEDESCHI Azaria

AZARIA TEDESCHI075di Bruno e di Angiolina Spanò, nacque a Serra San Bruno di Catanzaro il 30 gennaio 1887 e morì in combattimento sulla Bainsizza il 25 ottobre 1917.
Ancora studente nella facoltà di giurisprudenza dell’Università di Napoli, si arruolò volontario allievo ufficiale, nel gennaio 1907, nel 45° reggimento fanteria e nel febbraio 1908 ottenne la nomina a sottotenente di complemento. Ammesso a frequentare un apposito corso, al termine di esso, nel settembre 1909, passò nel ruolo degli ufficiali in servizio effettivo, assegnato al 1° reggimento della brigata Re. Due anni dopo, partecipò alla campagna di Libia, rimpatriando per malattia nel maggio 1912. Promosso tenente nel settembre successivo, il 24 maggio 1915, alla dichiarazione di guerra all’Austria, raggiunse l’Isonzo, nel settore del Podgora. Trasferito, poco dopo, nel 79° fanteria Roma e promosso capitano, prese parte, al comando della 7^ compagnia, alle operazioni svoltesi in luglio in Vallarsa. A Chiesa di Vallarsa, il 6 giugno 1916, ferito nel combattimento, mantenne le posizioni con stoica fermezza. Ricoverato in ospedale, di sua iniziativa, ancora convalescente, rientrò al reggimento e raggiunse la sua compagnia sul Pasubio. Assunto nel novembre 1916 il comando del IV battaglione e passato nell’agosto 1917 col reggimento sul fronte dell’Isonzo, una medaglia d’argento al valore, concessagli il 30 agosto nella battaglia della Bainsizza e nella quale rimase ferito, premiò le sue brillanti doti di ardimento e di sprezzo del pericolo. Non ancora completamente guarito, tornò al suo battaglione e il 25 ottobre, sul Veliki, mentre con leonino coraggio attaccava il nemico irrompente da ogni parte, scomparve in un furioso corpo a corpo, colpito in pieno dallo scoppio di una bomba a mano. Alla memoria del valoroso ufficiale, promosso maggiore tre giorni dopo la morte, con r. d. 4 luglio 1920, venne conferita la medaglia d’oro al v. m. con la seguente motivazione:

Non ancora completamente guarito da una ferita riportata in combattimento, di propria iniziativa accorse ad assumere il comando del suo battaglione che sapeva in procinto di essere impegnato nella lotta. Sferratosi un improvviso, irruente attacco di forze nemiche grandemente superiori, che in breve creò al reggimento una situazione disperata di confusione e di isolamento, conscio della estrema gravità dell’ora, alla testa delle sue truppe, corse con serena decisione e straordinaria fermezza ad arginare l’uragano, ma premuto sempre più dall’impeto di un avversario tre volte soverchiante per numero e per mezzi ed imbaldanzito ormai dal suo successo, con eroica decisione ed incitando col mirabile esempio del proprio ardimento i dipendenti, per primo si slanciò a capo fitto contro la ferrea cerchia degli assalitori, ed insieme con le proprie truppe si impegnò con essi in violento corpo a corpo, che con accanita tenacia sostenne, fin quando cadde gloriosamente colpito a morte. Veliki Vhr- Bainsizza, 25 ottobre 1917.


G. Carolei, G. Greganti, G. Modica, Le Medaglie d’oro al Valore Militare  1917,  (a cura di), in Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare d’Italia, [Tipografia Regionale], Roma 1968,    p. 164.