TONTI Ulrico
di Filippo e di Teresina Capolozza, nacque a Forlì del Sannio di Campobasso il 23 gennaio 1877 e morì in combattimento a nord di Meglanci (Macedonia) il 9 maggio 1917.
Conseguita la licenza liceale nell’Istituto Vittorio Emanuele di Napoli nel 1896 ed ammesso alla Scuola Militare di Modena, due anni dopo ottenne la nomina a sottotenente in servizio effettivo nel 17° reggimento fanteria e, all’inizio del 1903, la promozione a tenente. Capitano nel marzo 1913 e trasferito al 93° reggimento Messina fu, dall’agosto 1913 all’ottobre 1914 in Tripolitania. Rimpatriato passò a formare i quadri del 113° reggimento della brigata Mantova ed alla dichiarazione di guerra all’Austria, nel maggio 1915, raggiunse col reggimento la Val Lagarina, prendendo parte alle operazioni svoltesi nel settore. Inviato sull’Altipiano di Asiago per arginare l’offensiva austriaca nel Trentino partecipò nel giugno 1916 alla controffensiva nel cosiddetto settore di destra Adige. Promosso maggiore e trasferito al 61° reggimento fanteria della brigata Sicilia, destinato a far parte del Corpo di Spedizione italiano in Macedonia, l’8 agosto, al comando del III battaglione si imbarcò col reggimento a Taranto diretto a Salonicco. Dall’ottobre prese parte ai combattimenti nel settore della Cerna ed in particolar modo a quelli sulla quota 1050, in terreno aspro e difficile, privo di adeguate difese e fortemente presidiato dal nemico. Alla ripresa dell’offensiva su tutto il fronte, ai primi di maggio del 1917, fu incaricato di assumere il comando di una colonna speciale, composta dai battaglioni I e III del reggimento, per procedere alla conquista delle alture di Meglanci. Il 9 maggio si lanciò animosamente in avanti, alla testa della colonna e raggiunse i primi trinceramenti nemici. Quindi, con una colonna di due sole compagnie, proseguì l’attacco contro le seconde linee, e trascinando col suo entusiasmo gli uomini alla vittoria, cadde colpito a morte da pallottola di fucile sulle trincee conquistate. Alla sua memoria venne conferita, con r. d. 7 settembre 1919, la medaglia d’oro al v. m. con la seguente motivazione:
In aspro combattimento, preparava una colonna d’assalto di forza superiore alle competenze del suo grado con ammirevole calma e grande riflessività, infondendo fiducia in tutti e, alla testa di essa, percorrendo terreno scoperto e sconvolto dal violento tiro nemico, con meraviglioso slancio e magnifica opera personale brillantemente occupava gli obiettivi assegnatigli. Si poneva poi, di sua iniziativa, alla testa di una ulteriore ondata d’assalto formata di due sole compagnie, per la conquista delle seconde linee e delle artiglierie nemiche, dando fulgida prova di coraggio e, nel momento in cui raggiungeva lo scopo, rimasto colpito a morte, noncurante di sé, continuava ancora ad incitare i suoi uomini fin quando cadde esanime. Eroico esempio di suprema virtù militare. – Nord di Meglanci (Macedonia), 9 maggio 1917.
G. Carolei, G. Greganti, G. Modica, Le Medaglie d’oro al Valore Militare 1917, (a cura di), in Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare d’Italia, [Tipografia Regionale], Roma 1968, p. 26.