TOTI Enrico

TOTI ENRICO107di Nicola e di Semira Calabresi, nacque a Roma il 20 agosto 1882 e morì in combattimento su quota 85 di Monfalcone il 6 agosto 1916.
Arruolatosi a 15 anni nella Marina Militare come mozzo allievo specialista, dopo tre anni di scuola venne imbarcato sulla nave Emanuele Filiberto in qualità di elettricista scelto. Compiuta una campagna nel Mar Rosso nel 1904, dopo circa un anno lasciò la Marina, con anticipo di qualche mese sugli obblighi di ferma per la morte di un fratello. Nel 1907, in seguito a concorso, entrò nelle ferrovie dello Stato come fuochista. Per un banale incidente in servizio a Segni subì l’amputazione della gamba sinistra e dovette lasciare l’impiego. Non si sgomentò per questo. Mente fervida, versatile e geniale; dotato di sorprendente spirito di iniziativa, riprese la vita sportiva nella quale si era già distinto durante il servizio in Marina ed intraprese, con una bicicletta ad un solo pedale, il giro d’Europa spingendosi in Lapponia, in Russia ed ancora nel gennaio 1913 in Africa. Tornato a Roma impiantò un piccolo stabilimento per la lavorazione del legno, ma il 24 maggio 1915, allorché l’Italia dichiarò guerra all’Austria, lasciò il lavoro e chiese di essere arruolato volontario nell’Esercito. Le sue ripetute domande furono per tre volte respinte dal Ministero della Guerra. Si presentò allora al comando tappa di Cervignano, dove, per le sue insistenze, fu assunto come porta-ordini. Rinviato a Roma per la irregolarità della sua posizione, non si dette per vinto, e dopo altre numerose domande al Ministero della Guerra ed anche al Duca d’Aosta, comandante della 3^ Armata, riuscì, nel gennaio 1916, a ritornare in zona di operazione e questa volta regolarmente arruolato come volontario per la durata della guerra. Dopo qualche tempo di permanenza a Cervignano, chiese ed ottenne di far parte del III battaglione bersaglieri ciclisti del 3° reggimento col quale prese parte a tutti i combattimenti svoltisi sul ciglio del Carso nel Basso lsonzo. Il 6 agosto 1916, su quota 85 di Monfalcone una pallottola austriaca spezzò per sempre quel cuore generoso. Ma nell’attimo supremo trovò la forza di scagliare la sua gruccia al nemico, gridandogli:  prenditi anche questa!. Il Comandante della 3^ Armata volle onorare l’eroe romano esaltandone l’eroica gesta. Dice la motivazione della medaglia d’oro al v. m., conferita con d. l. del 4 dicembre 1916, alla memoria dell’eroe:

Volontario, quantunque privo della gamba sinistra, dopo aver reso importanti servizi nei fatti d’arme dell’aprile a quota 70 (est di Selz), il 6 agosto, nel combattimento che condusse all’occupazione di quota 85 (est di Monfalcone), lanciavasi arditamente sulla trincea nemica, continuando a combattere con ardore, quantunque già due volte ferito. Colpito a morte da un terzo proiettile, con esaltazione eroica lanciava al nemico la gruccia e spirava baciando il piumetto, con stoicismo degno di quell’anima altamente italiana. Monfalcone, 6 agosto 1916.


G. Carolei, G. Greganti, G. Modica, Le Medaglie d’oro al Valore Militare dal 1915 al 1916,  (a cura di), in Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare d’Italia, [Tipografia Regionale], Roma 1968, p. 242.