VALTORTA Lodovico
di Antonio e di Maria Barenghi, nacque a Milano il 17 ottobre 1893 e morì in combattimento su Monte Pertica il 29 ottobre 1918.
Studente nella Scuola Commerciale Cavalli e Conti di Milano mentre era impiegato presso una società di assicurazioni, interruppe gli studi e il lavoro per rispondere alla chiamata alle armi per il servizio di leva nel giugno 1913, assegnato alla 3^ compagnia di sanità. Alcuni mesi dopo, in novembre, fu inviato in Tripolitania e partecipò alla spedizione nel Fezzan, con la colonna Miani, addetto ad una sezione della 10^ compagnia di sanità. Promosso sergente nel giugno 1915 mentre era in servizio presso l’Ospedale militare di Tripoli, fu rimpatriato nel giugno 1916 e raggiunse al fronte la 153^ sezione sanità. Il 1° ottobre dello stesso anno fu inviato a frequentare un corso per allievi ufficiali di complemento presso il 206° reggimento fanteria e il 25 dicembre ottenne la nomina ad aspirante. Nel febbraio 1917, col grado di sottotenente, passò al 258° reggimento fanteria Tortona e l’azione sullo Jelenik, durante la battaglia della Bainsizza dal 19 al 22 agosto, alla quale prese parte fu citata sul bollettino di guerra del Comando Supremo. Dopo il ripiegamento al Piave, promosso tenente, fu trasferito al 79° reggimento fanteria Roma e al comando della 7^ compagnia partecipò, dal 19 al 23 giugno 1918, alla controffensiva sul Montello, durante la battaglia del Piave, ricacciando il nemico al di là del fiume. Alla fine di giugno fu inviato in Val Giudicarie e poi nella zona di M. Lavanech. Infine, alla vigilia della vittoriosa offensiva, il 23 ottobre, fu trasferito nella regione del Grappa per operare in Val Cesilla, contro le posizioni del M. Pertica. Il mattino del 29 ottobre, per ampliare la contrastata occupazione del Pertica verso il Col della Martina, il III battaglione del 79° fanteria con improvviso e impetuoso attacco irruppe nei trinceramenti austriaci di Col della Martina catturando numerosi prigionieri. Nell’assalto, il tenente Valtorta, alla testa della 7^ compagnia giunse fra i primi sulle mitragliatrici avversarie paralizzandone l’azione, e, benché ferito due volte al petto ed al braccio, continuò a combattere fino a quando, ferito la terza volta e gravemente, cadde gettando un ultimo grido di vittoria e di sfida al nemico. A riconoscimento di tanto valore e sprezzo del pericolo, gli fu concessa alla memoria, con d. l. 29 maggio 191 9, la medaglia d’oro al v. m. con la seguente motivazione:
Comandante di una compagnia, la guidava brillantemente all’attacco di una forte e munitissima posizione, giungendo per primo su postazioni di mitragliatrici nemiche. Ferito gravemente al petto, non desisteva dalla lotta, rinunciando a qualsiasi soccorso. Ferito una seconda volta ad un braccio, seguitava a lottare eroicamente, incitando i dipendenti. Colpito nuovamente ed a morte, fulgido esempio di valore, trovava ancora la forza di gridare: Viva la settima compagnia! Viva l ‘Italia. – Monte Pertica, 29 ottobre 1918.
G. Carolei, G. Greganti, G. Modica, Le Medaglie d’oro al Valore Militare 1918, (a cura di), in Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare d’Italia, [Tipografia Regionale], Roma 1968, p. 178.