VERDIROSI Attilio

VERDIROSI ATTILIO047di Emidio e di Filomena Casti, nacque a Longone Sabino di Rieti il 1° luglio 1873 e morì in combattimento a Losson (Basso Piave) il 19 giugno 1918.
Dopo il ripiegamento delle Armate al Piave, allorché le sfortunate vicende della guerra parvero mettere in pericolo l’esistenza stessa della Nazione, Attilio Verdirosi, riformato a suo tempo dal servizio militare, rispose subito al pressante invito della Patria.
Lasciata la famiglia ed il suo modesto impiego di usciere presso l’Istituto Internazionale di Agricoltura in Roma, si arruolò volontario, a metà novembre 1917, nel 2° reggimento bersaglieri dal quale passò, pochi giorni dopo, all’8° reggimento. Chiese poi ed ottenne di essere trasferito negli arditi fiamme cremisi e, col XIX reparto d’assalto, si guadagnò sul campo i galloni di caporale nel febbraio 1918. Trasferito nel maggio successivo nel XXIII reparto d’assalto, il giorno 19, a Capo Sile, sul basso Piave, con ardimento pari all’audacia, irruppe per primo nelle trincee nemiche durante un’ardita azione, catturando numerosi prigionieri. Né qui si arrestò lo slancio e l’entusiasmo combattivo del non più giovane bersagliere, in cui il coraggio e l’ardimento si univano ai generosi impulsi del suo animo veramente buono. Sempre fra i primi ad accorrere dove maggiore era. il pericolo e ad esporsi per la salvezza dei compagni del reparto, più volte affrontò coi pochi uomini del suo plotone il nemico durante azioni di pattugliamento sul Piave. Sferrata dal nemico il 15 giugno la grande offensiva, preceduta da violento fuoco di sbarramento delle artiglierie sulle trincee per sconvolgere e fiaccare lo spirito di resistenza dei difensori, il Verdirosi fu impareggiabile per l’indomita energia con la quale sostenne, per tre giorni, con gli arditi del XXIII reparto, l’attacco nemico. Nel pomeriggio del 19 giugno, ricevuto l’ordine di contrattaccare, mosse da Losson, verso Capo d’Argine e fu tra i primi a scagliarsi alla testa dei suoi arditi contro gli austriaci, travolgendoli con irrefrenabile impeto. Quindi con lancio di bombe a mano cercò di fare cessare il fuoco di una mitragliatrice avversaria, ma nell’ardito tentativo cadde al suolo crivellato di colpi.
Alla sua memoria, con d. l. del 23 marzo 1919, venne conferita la medaglia d’oro al v. m. con la seguente motivazione:

A quarantasette anni, volontario di guerra in un reparto d’assalto, avendo lasciato famiglia e interessi, per giovanile fede, per coraggio indomabile, sempre primo in ogni ardita impresa per virtù di parola e di esempio, animatore e suscitatore d’eroismi, trascinò con sé gli arditi della prima ondata in un fulmineo contrastato attacco, ricacciando in disordine il nemico. La morte lo colpì nell’impeto dell’assalto, troncandogli sulle labbra il grido di incitamento e di esultanza Viva l’Italia! – Losson- Basso Piave, 19 giugno 1918.


G. Carolei, G. Greganti, G. Modica, Le Medaglie d’oro al Valore Militare  1918,  (a cura di), in Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare d’Italia, [Tipografia Regionale], Roma 1968,    p. 112.