ZANON Giulio
di Innocente e di Anna Bellu, nacque a Cadoneghe di Padova il 10 Gennaio 1892 e morì in combattimento a Selz il 30 giugno 1915.
Frequentata la terza elementare esercitò dall’età di 12 anni il mestiere di fornaio nel paese natio. Arruolato con la sua classe nel novembre 1913, fu destinato al 13° reggimento fanteria della brigata Pinerolo. Inviato al distaccamento di Avezzano, l’anno dopo, durante il terremoto che distrusse la cittadina abruzzese, per l’opera di soccorso prestata traendo in salvo alcuni militari travolti dalle rovine della caserma fu decorato di medaglia d’argento al valor civile con l’assegnazione di un premio in denaro della Fondazione Carnegie. Mobilitato nel maggio 1915, il giorno 24 passava il confine con la 9^ compagnia del reggimento e, superando le difese passive nemiche, raggiungeva col primo balzo offensivo le trincee dell’altipiano carsico, tra Monfalcone e Sagrado, sul fronte della 3^ Armata. Iniziata il 23 giugno , la prima battaglia dell’Isonzo, le truppe dell’XI Corpo d’Armata poterono passare l’Isonzo dopo vivo contrasto e ostacolate dalle inondazioni prodotte dal nemico. Occupato l’abitato di Sagrado e gli speroni fra quella località e Redipuglia, venne tentata nei giorni 26 e 27 giugno un’avanzata generale su tutto il fronte tra M.S. Michele e M. Sei Busi; ma la preponderanza di fuoco delle artiglierie austriache e le robuste difese accessorie non consentirono che scarsi progressi sul terreno. La località di Selz, più volte presa e perduta, fu ripresa il 29 giugno, sebbene sottoposta ad incessante fuoco nemico e fatta segno a continui contrattacchi. Seguirono molti aspri combattimenti, in cui i fanti del 13° riuscirono ad aprire varchi in alcuni tratti dei reticolati e ad espugnare alla baionetta i trinceramenti nemici. Il fante Zanon, nel pieno del combattimento, accortosi che un compagno ferito era stato abbandonato ed esposto al fuoco nemico, accorreva e lo trasportava al sicuro; indi nella lotta corpo a corpo, durante l’assalto alla baionetta, visto altro compagno cadere prigioniero di un gruppo di austriaci, si slanciò arditamente in suo soccorso, atterrando con un colpo di baionetta l’austriaco che lo teneva avvinto fugandone gli altri. Poco dopo, scorgendo il proprio ufficiale, il tenente Ugo Leone, in pericolo di essere sopraffatto, accorreva in sua difesa e nel generoso tentativo sacrificava la vita.
Alla sua memoria venne concessa, con moto proprio sovrano del 13 novembre 1915, la medaglia d’oro al v. m. con la seguente motivazione:
Con nobile abnegazione, sotto micidialissimo fuoco nemico, soccorreva e riusciva a trarre in salvo un soldato gravemente ferito. Durante l’attacco alla baionetta, in una lotta corpo a corpo, liberava un soldato già caduto prigioniero, uccidendo un nemico e fugandone altri. Visto in pericolo il proprio ufficiale, si slanciava avanti, facendogli scudo col proprio petto, e cadeva valorosamente crivellato di ferite. Selz, 30 giugno 1915.
G. Carolei, G. Greganti, G. Modica, Le Medaglie d’oro al Valore Militare dal 1915 al 1916, (a cura di), in Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare d’Italia, [Tipografia Regionale], Roma 1968, p. 38.