MARCHISIO Pietro
nasce nel 1909 a Chiusa Pesio (Cuneo). Capitano fanteria s.p.e. (servizio permanente effettivo), partigiano combattente.
Studente dell’Istituto Tecnico per Geometri di Cuneo, nel maggio 1929 fu chiamato alle armi per anticipazione per frequentare il corso allievi sottufficiali presso la Scuola Arma di Fanteria di Rieti. Nominato caporale nell’agosto successivo, fu promosso sergente nel marzo 1930 e destinato al 2° reggimento Alpini. Nell’ottobre 1933, dopo aver conseguito il diploma di Geometra, col grado di sergente maggiore fu ammesso all’Accademia Militare di Modena per frequentarvi un corso speciale per la nomina a ufficiale in s.p.e. Nominato sottotenente nell’ottobre 1935 fu trasferito alla Scuola di Applicazione di Fanteria per il corso applicativo, al termine del quale, nel luglio 1936, fu assegnato al 4° reggimento Alpini dove fu promosso tenente. Nel maggio 1940 venne assegnato al comando della Compagnia Comando del battaglione Aosta mobilitato e l’anno dopo fu trasferito all’Istituto Superiore di Guerra. Promosso capitano nel maggio 1943 fu ammesso a frequentarvi il 71° corso S.G. (Scuola di Guerra) ed al termine fu destinato a compiere il periodo di servizio presso il Comando della Div. Alpini Taurinense, prendendo parte alle operazioni di guerra sul fronte balcanico.
Capitano degli alpini in Jugoslavia, affrontava con immediata e risoluta determinazione antinazista la difficile situazione ambientale e politico–militare conseguita all’armistizio dell’8 settembre 1943, distinguendosi subito, e durante i primi quattro mesi di durissima lotta del suo reparto, per non comune ardimento e superiori doti di comando. Comandante volontario di brigata partigiana italiana, nel corso di un successivo tragico ciclo operativo, affrontava in condizioni disperate per perdite subite, fame, freddo e imperversare del tifo, con l’esempio e l’ascendente personali manteneva saldi la coesione degli animi e lo spirito combattivo della sua unità, che conduceva valorosamente in cruente azioni. Durante la violenta offensiva tedesca, colpito da grave morbo, rifiutava di lasciare il comando onde affrontare situazioni gravissime, superando ogni giorno i limiti del dovere per condividere la sorte dei suoi soldati, cui fu esempio sovrumano di fermezza nel travaglio della lotta e di eccezionale statura morale nell’angoscia per l’incerto destino. Vinto nella carne martoriata, ma invitto nello spirito, trascinandosi in uno sforzo ultimo di suprema dedizione, trasse in salvo, combattendo, i resti della sua brigata, solo allora, al fine stremato, soggiacendo a morte gloriosissima sul campo. Esempio luminoso di combattente e di eccelse virtù di comandante. – Montenegro – Sangiaccato – Bosnia, 9 settembre 1943 – 25 aprile 1944. (D.P. 28 gennaio 1972).
Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare, Le Medaglie d’oro al Valore Militare, volume terzo individuali (1941-1981), [Tipografia Regionale], Roma, 1982, p.33. (D.P.28 gennaio 1972).