CAPPELLINI Giacomo

nasce a Cerveno (Brescia) il 24 gennaio 1909 (Wikipedia). Soldato Centro chimico militare, partigiano combattente.

Tipografo, autodidatta e studioso, ottenuto il diploma magistrale si iscrisse a Torino nella Facoltà di Magistero. Dal 4 maggio 1929 al 27 giugno 1930 adempì agli obblighi di leva presso il 3° Centro Chimico. Richiamato il 1° ottobre 1937 ed assegnato alla 2^ compagnia chimica di C.A., partì per la Libia pochi giorni dopo e rimpatriato nell’aprile dell’anno successivo venne congedato. Nel. 1939 e nel 1940, prestò servizio per brevi periodi di tempo nel deposito succursale del reggimento ferrovieri a Castelmaggiore e nonostante fosse stato collocato in congedo per riforma il 16 aprile 1943 indossò nuovamente la divisa per essere assegnato a Verona al reggimento chimico. In seguito agli avvenimenti sopravvenuti all’armistizio si dette alla lotta clandestina organizzando e comandando una formazione partigiana facente parte della Divisione Fiamme Verdi Tito Speri nella Valle di Breno. Ferito e catturato a Loveno, dopo due lunghi mesi di sofferenze, venne fucilato a Brescia il 24 marzo 1945.

Modesto maestro elementare in un villaggio valligiano, all’inizio della lotta contro l’oppressore nazi-fascista, abbandonò la sua missione per organizzare una delle prime formazioni partigiane di Val Camonica, con cui per 17 mesi divise i rischi e le durezze della lotta. In una imboscata tesa dal nemico, fece scudo di se stesso ad un suo partigiano attirando su di sé la reazione avversaria. Ferito al viso e ad una spalla, cessò di far fuoco solo quando la sua arma divenne inerme per inceppamento; catturato sopportò per due mesi, durissimo carcere, continui martirii e inumane sevizie, chiuso nel suo sdegnoso silenzio, senza nulla svelare che potesse danneggiare la causa per cui combatteva. Fu sordo alle lusinghe di aver salva la vita se avesse indotto i suoi uomini alla resa e ad ogni nuova tortura che il nemico rabbioso gli infliggeva, rispondeva sorridendo che i partigiani non sono dei vili. Stroncato dalle sevizie barbaramente inflittegli, esalava l’ultimo respiro gridando: Viva l’ltalia!. – Val di Lozio, 21 gennaio 1945.


Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare, Le Medaglie d’oro al Valore Militare, volume secondo (1942-1959), [Tipografia Regionale], Roma, 1965, p. 615.