MANZELLI Giuseppe

nasce nel 1894 a Mercato Saraceno (Forlì). Tenente colonnello s.p.e. (servizio permanente effettivo), 120° reggimento fanteria.

Licenziato dall’Istituto tecnico di Forlì, fu ammesso al corso allievi ufficiali di complemento presso l’81° reggimento fanteria e alla fine di aprile del 1915 venne nominato sottotenente. Partecipò alla prima guerra mondiale al comando di una compagnia del 28° fanteria della Brigata Pavia. Nominato effettivo e promosso tenente nel 1916, passò successivamente al 154° fanteria, al 266° ed infine, dall’agosto 1918, all’83° reggimento della Brigata Venezia. Trasferito all’81° reggimento nel 1920, l’anno dopo, passò al 2° granatieri dove rimase fino alla promozione a capitano nel 1928 quando fu assegnato al 1° reggimento granatieri. Ammesso nel 1937 al 67° corso presso la Scuola di guerra, ne frequentò il primo anno e promosso maggiore per avanzamento anticipato nel 1938 fu trasferito al 67° reggimento fanteria col quale entrò in guerra nel giugno 1940 sul fronte alpino occidentale. Promosso tenente colonnello dal giugno 1941, ed inviato al deposito del 94° per l’inquadramento del costituendo 120° reggimento Emilia partì poi nel marzo 1942 col reggimento per il Montenegro al comando del I battaglione. Nei giorni successivi all’armistizio dell’8 settembre 1943, nella strenua difesa della piazzaforte delle Bocche di Cattaro, ferito in combattimento e rimasto privo di uomini e di mezzi, fu raccolto sul campo dagli stessi tedeschi che lo internarono in Polonia ed in Germania da dove rimpatriò nel settembre 1945. Fu collocato in congedo l’anno successivo e dal 1° luglio 1947 fu promosso colonnello nella riserva. Nel dicembre 1961 è stato promosso generale di Divisione nel R.O. (Ruolo d’Onore). E’ deceduto a Roma il 5 marzo 1963 (Wikipedia).

Altre decorazioni: M.A. (Medaglia Argento) (M. Sabotino, ottobre 1915).

Patriota ardente, comandante capace e spiccatamente animatore sia al comando interinale di reggimento che di raggruppamenti tattici, dava, particolarmente in situazioni belliche assai critiche, sicure prove di preelari virtù militari. Al tedesco, aggressore di un’importante piazza marittima, si opponeva con indomita fierezza resistendo tenacemente e reagendo con reiterati audaci contrattacchi condotti personalmente con eroico spirito aggressivo. Ferito, non desisteva dall’impari cruenta lotta che protraeva con stoica fermezza fino all’esaurimento di ogni mezzo di offesa, riuscendo, col sacrificio dei suoi valorosi, a sottrarre dalla stretta nemica la maggior parte della sua Divisione reimbarcatasi in virtù del saldo, audace comportamento di un pugno di eroi. Prigioniero, sofferente, costretto in permanenza in luogo di punizione, incurante del rischio cui si sottoponeva, rifiutava fieramente reiterati inviti alla collaborazione, tenendo fede, ad ogni costo, alle leggi dell’onore militare. Cruda (Albania), 9 -16 settembre 1943.


Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare, Le Medaglie d’oro al Valore Militare, volume secondo (1942-1959), [Tipografia Regionale], Roma, 1965, p. 310.