MASSA GALLUCCI Alberto

nasce nel 1906 a Napoli. Maggiore fanteria s.p.e. (servizio permanente effettivo) in servizio di S.M. (Stato Maggiore), Divisione Pasubio.

Diplomatosi nel 1923 nell’Istituto Nautico di Napoli, nell’ottobre 1924 entrò volontario nella Scuola allievi ufficiali di complemento di Casagiove ove ottenne nel 1925 la nomina a sottotenente e l’assegnazione al 39° reggimento fanteria ammesso, in seguito a concorso, all’Accademia Militare di Modena fu nominato nell’agosto 1928 sottotenente effettivo e destinato al 225° reggimento fanteria. Sportivo appassionato fu campione di scherma e partecipò a gare sciistiche di pattuglia ed al campionato della fanteria del penthatlon moderno. Frequentò un corso di collegamenti e di radiotelegrafia presso un battaglione del genio e vide applicato un suo sistema di collegamento con materiali da lui studiati, per il quale fu elogiato dal Ministro della Guerra. Frequentò inoltre il corso di cultura coloniale nel 1931, il corso di istruttore di educazione fisica alla Farnesina nel 1933 ed infine il corso di cartografia e fotografia presso l’Istituto Geografico Militare risultando primo classificato. Nel 1935 fu nominato capo della segreteria tecnica dell’I.G.M. (Istituto di Guerra Marittimo), incarico che mantenne fino al 1937. Ammesso al 69° corso della Scuola di guerra nel febbraio 1937, nel maggio successivo partì per la Spagna dove partecipò ai cicli operativi di Santander, della Catalogna e di Madrid quale addetto all’ufficio operazioni, e cartografico del C.T.V. (Corpo Truppe Volontari). Rientrato in Patria col grado di capitano nel 1939 ed assegnato al 18° fanteria in Merano, fu aiutante maggiore in prima del reggimento fino alla sua ammissione alla Scuola di guerra. Ultimati i corsi, fu destinato nel gennaio 1942 alla Divisione Legnano quale capo ufficio operazioni, informazioni e servizi, incarico che mantenne anche con la promozione a maggiore conseguita nello stesso anno. Trasferito dall’ottobre 1942 sul fronte russo al Comando della Divisione Pasubio quale capo ufficio operazioni, si segnalò nei combattimenti dal 9 al 12 dicembre ad Ogolew per i quali le bandiere del 79° e dell’80° fanteria furono decorate di M.O. (Medaglia d’Oro) Durante il ripiegamento della Pasubio dalle posizioni del Don, il 21 dicembre, rimasto isolato nei pressi di Olchowski, fu fatto prigioniero dopo aver resistito per una intera giornata agli attacchi di mezzi corazzati. Rimpatriato dopo undici anni di prigionia sopportati anche in campi di punizione per accuse insussistenti, nel febbraio 1954 fu promosso tenente colonnello con anzianità gennaio 1950. Trasferito, come vicecomandante al 4° reggimento carristi Pozzuoli del Friuli, ne assumeva il comando nel dicembre 1955 con la promozione a colonnello. Comandante della Zona militare delle Calabrie, promosso generale di Brigata nel gennaio 1958, fu vicecomandante della Divisione corazzata Ariete e dal 1960 ha comandato la Zona militare di Bologna. Promosso generale di Divisione nel gennaio 1963, dal 1964 è passato a diposizione del Comando Militare Territoriale di Napoli. E’ morto a Napoli il 13 novembre 1970 (https://it.wikipedia.org/wiki/Alberto_Massa_Gallucci).

Altre decorazioni: M.B. (Medaglia di Bronzo) sul campo (Ebro, marzo 1938); Croce di guerra sul campo (Rio del Segre – Rio Flubia, dicembre 1938 – febbraio 1939); M.A. (Medaglia d’Argento) sul campo (DonOgolew, dicembre 1942).

Ufficiale di S.M. del Comando Divisione Pasubio distintosi per ardire in precedenti azioni, inviato in un settore reggimentale già intaccato per infiltrazioni di pattuglie avversarie, eseguiva instancabilmente, con 36 gradi sotto zero, continue sortite, di giorno e di notte, per raccogliere sicure informazioni, riuscendo anche ad avere ragione, con l’aiuto di due carabinieri, di elementi avversari. Con tale generosa e temeraria opera, dava apporto decisivo al ristabilimento della situazione, così da consentire successivamente l’inizio ordinato del ripiegamento da parte del reggimento. Il secondo giorno del ripiegamento, rimasto isolato dalla colonna cui apparteneva, alla testa di un reparto di forinazione riusciva a guidarlo in terreno irto di insidie, fra popolazioni ostili, combattendo strenuamente contro agguerrite truppe fra le quali catturava anche prigionieri. All’imbrunire, in impari lotta contro mezzi corazzati; dopo aver reiterato altissime prove di valore, dove con la fede dei forti iniziare il tormentoso travaglio di undici anni di prigionia, durante i quali riconfermava le sue luminose doti di capo e di soldato, opponendo fiera resistenza a minacce, sevizie, punizioni e condanne. Dimostrava così che si può essere vinti materialmente, ma spiritualmente invitti. Fronte russo, 16 dicembre 1942gennaio 1954.


Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare, Le Medaglie d’oro al Valore Militare, volume secondo (1942-1959), [Tipografia Regionale], Roma, 1965, p. 734.