MATTIUSSI Gino

nasce il 21 marzo 1923 a Teor (Udine) (https://it.wikipedia.org/wiki/Gino_Mattiussi). Partigiano combattente.

Trasferitosi in Francia con la famiglia fin dal 1925, vi frequentò le scuole medie, e rimpatriò nel 1939. Entrato nell’Amministrazione delle Ferrovie dello Stato, nell’aprile 1943 venne arruolato in Aeronautica per la chiamata alle armi. Inviato al Centro istruzioni di Villa Orba, passò poi, alla fine di giugno, al reparto servizi dell’Aeroporto 228. Dopo la dichiarazione dell’armistizio entrò a far parte delle formazioni partigiane del C.V.L. (Corpi Volontari Libertà) della zona di Trieste ed assumeva dal 2 giugno 1944 la qualifica gerarchica di sottotenente nella Brigata ferrovieri della Divisione D. Rossetti. Partecipò a numerose azioni di guerriglia quali l’incendio di apparecchi tedeschi sul campo di aviazione di Ronchi, l’interruzione con mine di linee ferroviarie, il ricupero di armi e materiali vari ed infine quella di maggiore rilievo: il brillamento del ponte ferroviario di Sablice sul tratto di linea Monfalcone-Bivio d’Aurisina. Eliminate le difese attive ai lati del ponte con la cattura degli uomini di guardia alle mitragliatrici, la notte fra l’8 e il 9 agosto 1944, con la collaborazione della Brigata Triestina, portò a termine la rischiosissima operazione interrompendo il traffico ferroviario con danni considerevoli per il nemico. Arrestato il 28 agosto e deportato in Germania nel campo di Buchenwald, rimpatriò il primo luglio 1945. Presentatosi al Centro affluenza e riordinamento di Udine, fu da questo inviato in licenza illimitata e nel novembre 1946 collocato in congedo. Menomato nella vista per i maltrattamenti subiti in prigionia e riconosciuto grande invalido di guerra, è stato collocato a riposo dalle Ferrovie dello Stato nel 1953. Muore a Udine il 12 novembre 1990 (https://it.wikipedia.org/wiki/Gino_Mattiussi).

Dopo l’armistizio, animato da vivo entusiasmo per la lotta di liberazione e da sicura fedeltà per la Patria italiana, combatteva nelle file partigiane della Venezia Giulia, molto e ripetutamente distinguendosi in ardite azioni di guerriglia e di sabotaggio. Coronava la propria attività partecipando attivamente insieme ad un reparto della Garibaldi Trieste all’interruzione del ponte di Sablici, impresa audacissima e di grande rilievo bellico. Tratto in arresto dai tedeschi e sottoposto ad atroci torture, nulla rivelava. Deportato a Buchenwald rientrava in Patria dopo la liberazione, quasi cieco per i maltrattamenti subiti, ma dopo aver dato, con il suo contegno, nobile esempio di fierezza e di dignità di italiano. Zona di Trieste Germania, settembre 1943maggio 1945.


Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare, Le Medaglie d’oro al Valore Militare, volume secondo (1942-1959), [Tipografia Regionale], Roma, 1965, p. 717.