RODRIGUEZ PEREIRA Romero

nasce a Napoli il 29 novembre 1918 (https://it.wikipedia.org/wiki/Romeo_Rodriguez_Pereira). Tenete servizio permanente effettivo carabinieri.

Allievo del Collegio Militare di Napoli e poi dell’Accademia di Modena venne nominato sottotenente dei CC. nel 1940. Al termine del corso di applicazione a Firenze fu assegnato nell’aprile 1941 al gruppo squadroni della legione territoriale di Roma. Il 31 agosto successivo partiva volontario per l’Africa Settentrionale al comando della 660^ sezione motorizzata. Distintosi a Bengasi durante il secondo ripiegamento dell’inverno 1941, rimpatriò per malattia il 18 febbraio 1942 e rientrato alla legione di Roma, assumeva, prima il comando della tenenza Appia, dove rimase fino all’armistizio dell’8 settembre 1943. Messi in salvo uomini e materiali, non sfuggi però alla cattura. Rinchiuso in un vagone ferroviario diretto in Germania, durante una sosta del convoglio a Pordenone riusciva ad evadere e ritornava a Roma dove iniziava la sua attività nel fronte della resistenza con la formazione Generale Caruso. Venne arrestato il 10 dicembre 1943. L’Università di Roma nella quale era iscritto gli ha conferito alla memoria la laurea ad honorem in giurisprudenza.

Altre decorazioni:  Medaglia di Bronzo sul campo (Africa Settentrionale, novembre-dicembre 1941).

Comandante di tenenza, in momenti particolarmente difficili per il Paese, conscio dei suoi doveri di soldato, si rifiutava di consegnare al nemico i militari dipendenti e l’armamento. Deportato per tale suo fiero atteggiamento, riusciva a sfuggire con grave rischio trascinando in salvo molti dei suoi gregari. Rientrato in sede, pur sapendosi attivamente ricercato, iniziava tra enormi difficoltà e pericoli l’organizzazione di un nucleo armato, dando ai suoi dipendenti assistenza morale e materiale. Incurante dei bandi nazisti si prodigava instancabilmente per trasportare e nascondere armi necessarie ai suoi organizzati. Catturato su delazione, sebbene sottoposto a torture, manteneva assoluto silenzio, evitando di far scoprire le file dell’organizzazione di cui era l’animatore. Nessuna lusinga o allettamento dei suoi aguzzini lo faceva deflettere dal giuramento prestato. Compreso solo del bene della Patria donava la sua giovane esistenza, affrontando serenamente la morte per fucilazione nelle Fosse Ardeatine. Luminoso esempio di fedeltà, di onore e sprezzo della vita. -Fronte clandestino di resistenza, 7 ottobre 1943 -24 marzo 1944.


Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare, Le Medaglie d’oro al Valore Militare, volume secondo (1942-1959), [Tipografia Regionale], Roma, 1965, p. 406.