PAGLIERI Andrea

nasce il 17 novembre1918 a Verona (https://www.anpi.it/donne-e-uomini/2086/andrea-paglieri). Tenente s.p.e. (servizio permanente effettivo) cavalleria, partigiano combattente.

Laureato in legge e laureando in scienze politiche nell’Ateneo di Parma, entrò in guerra nel giugno 1941 come sottotenente di complemento nel reggimento Lancieri di Novara allora dislocato in territorio jugoslavo occupato. Rimpatriato col reparto un mese dopo, partiva per la Russia dove combatteva valorosamente alla testa di un plotone del suo glorioso reggimento per oltre undici mesi. Rimpatriato per malattia e assegnato al deposito reggimentale a Verona, era ancora convalescente alla data dell’armistizio. Accorse egualmente alla difesa della caserma e caduta questa in mano tedesca, si rifugiò dapprima sulle Prealpi Veronesi. In seguito, raggiunta Fossano e presi contatti con esponenti del Partito d’Azione si dedicò all’organizzazione delle formazioni partigiane di Giustizia e Libertà. L’Università di Parma gli conferì la laurea ad honorem in scienze politiche alla’ memoria.

Altre decorazioni: M.A. (Medaglia Argento sul campo (Fronte russo, febbraio 1942); Cr. g. al V.M. (Croce di guerra al Valore Militare) (fronte russo, ottobre 1941); sottotenente in s.p.e. per m.g. (meriti di guerra) (Fronte russo, marzo 1942).

Magnifico ufficiale, fedele alle leggi dell’onore, rifiutava sdegnosamente ogni collaborazione con gli oppressori della Patria e ancora convalescente accorreva volontariamente al suo reparto, opponendosi con le armi all’invasore. Catturato febbricitante dai nazi-fascisti arditamente evadeva dalla prigione ed organizzava bande partigiane distinguendosi tra i comandanti più audaci. Eletto comandante del Comando militare clandestino della città di Fossano, creava in esso un focolare di patriottica resistenza e restava al suo posto di responsabilità, che non volle abbandonare neppure al sopraggiungere di ingenti forze fasciste. Individuato, arrestato, martoriato con le più inumani sevizie, rivendicava a sé come massimo titolo di merito e d’onore ogni responsabilità. Inutili riuscirono tutti i tentativi per salvarlo. Invano fu proposto uno scambio di prigionieri. Con la bocca squarciata dall’ira nemica per il suo orgoglioso comportamento, veniva trasportato al sacrificio e, a supremo ludibrio che fu per lui apogeo di gloria, fu fatto transitare per le vie della città e passare davanti alla sua casa al cospetto della madre implorante. Rincuorando i suoi due compagni di sacrificio, cadeva da Eroe sotto il piombo del plotone di esecuzione offrendo con le limpide parole: Muoio di fronte alle mie montagne col cuore rivolto alla mia banda e all’Italia, la nobile vita per la liberazione della Patria. Fulgido esempio di altissimo amor patrio e di sovrumano spirito di sacrificio. Verona, 9 settembre 1943 – Fossano, 9 agosto 1944.


Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare, Le Medaglie d’oro al Valore Militare, volume secondo (1942-1959), [Tipografia Regionale], Roma, 1965, p. 515.