PEROTTI Giuseppe

nasce il 16 giugno 1895 a Torino (https://it.wikipedia.org/wiki/Giuseppe_Perotti). Generale di Brigata s.p.e. (servizio permanente effettivo), partigiano combattente.

Uscito dall’Accademia Militare di Torino sottotenente in s.p.e. del genio nel marzo 1915, partecipò alla prima guerra mondiale in reparti del genio minatori. Tenente dal 1° febbraio 1916 e capitano dal 22 aprile 1917, nel 1918 lasciava il comando della 43^ compagnia minatori perché nominato istruttore nell’Accademia di artiglieria e genio di Torino dove rimase per tre anni. Conseguita nel Politecnico di Torino la laurea in ingegneria, dopo la guerra, fu caposezione presso l’Ufficio fortificazioni della Direzione del Genio del C.A. (Corpo d’Armata) di Torino, incarico che tenne anche da maggiore e da tenente colonnello, distinguendosi nella direzione dei lavori di difesa portati a termine nelle valli di Susa e del Chisone. Comandato per qualche mese un battaglione ferrovieri, nell’agosto 1935 parti per l’A.O. (Africa Orientale) dove ottenne un avanzamento straordinario per meriti eccezionali. Colonnello nel 1937, assunse il comando del Reggimento genio ferrovieri col quale entrò in guerra nel giugno 1940. Nel luglio 1942, promosso generale di Brigata fu chiamato presso lo S.M. (Stato Maggiore) quale ispettore delle unità ferrovieri mobilitate. Uomo d’azione, dopo soli quattro giorni dalla dichiarazione dell’armistizio dell’8 settembre 1943, iniziava a Carrù la sua opera di patriota e presentatosi al Comitato militare del C.L.N. (Comitato di Liberazione Nazionale), ne divenne presto il presidente. Fu arrestato a Torino nella sagrestia del Duomo il 30 marzo 1944 con altri componenti  lo stesso comitato e, dopo sommario processo, venne fucilato al poligono Martinetto.

Altre decorazioni: M.B. (Medaglia Bronzo) (Morco, maggio 1916).

Ufficiale generale di eccezionali doti morali e militari, all’atto dell’armistizio organizzava nell’Italia Settentrionale un’efficace resistenza armata contro l’oppressore tedesco e fascista e dirigeva, con fede ed entusiasmo inesauribili, l’audacissima attività bellica di agguerrite formazioni di patrioti del Piemonte. Con sagacia ed ardimento senza pari portava a termine numerose azioni di sabotaggio contro il traffico ferroviario alla frontiera occidentale, riuscendo ad ostacolare seriamente per oltre tre mesi i movimenti avversari in una importante vallata alpina. Attraverso un’attiva rete informativa da lui creata e diretta, forniva preziose notizie di carattere operativo ai comandi italiani ed alleati. Arrestato dai nazi-fascisti nel corso di una riunione di dirigenti del fronte clandestino di resistenza piemontese, che in lui avevano trovato il capo di altissimo prestigio, manteneva l’assoluto segreto circa il movimento patriota ed assumendo su di sé con nobilissimo gesto, ogni responsabilità, salvava l’organizzazione e la vita di molti suoi collaboratori. Condannato a morte da un tribunale di parte asservito ai tedeschi, affrontava con cosciente fierezza di soldato la morte al grido di Viva l’Italia – Italia occupata, 8 settembre 1943 – 5 aprile 1944.


Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare, Le Medaglie d’oro al Valore Militare, volume secondo (1942-1959), [Tipografia Regionale], Roma, 1965, p. 419.