PIVA Cesare

nasce il 19 ottobre 1907 a Carpebedo-Mestre (Venezia) (https://it.wikipedia.org/wiki/Cesare_Piva). Maggiore s.p.e. (servizio permanente effettivo) fanteria (alpini), Divisione Garibaldi.

Allievo dell’Accademia Militare di Modena nel 1927, due anni dopo fu nominato sottotenente di fanteria in s.p.e. Frequentata la Scuola d’applicazione d’arma, fu assegnato, nel luglio 1930, al 50 reggimento alpini. Promosso tenente nel 1931, frequentò negli anni 1932 e 1933 l’Istituto di Cultura Coloniale e quindi, nel marzo 1935, partiva per l’Eritrea. Assegnato al II battaglione eritreo Hidalgo, partecipò alla campagna etiopica come comandante di una compagnia mitraglieri. Rientrato al 5° alpini nel 1938, l’anno dopo fu promosso capitano e nel giugno 1940 entrava in guerra sul fronte alpino occidentale. Dopo avere frequentato poi il 70° corso presso l’Istituto Superiore di Guerra a Torino veniva destinato, nell’aprile 1942, al Comando Truppe Montenegro. Assegnato al Comando del XIV C.A. (Corpo d’Armata) come capo ufficio operazioni conservò l’incarico anche con la promozione a maggiore conseguita nel luglio successivo. All’atto dell’armistizio, si metteva a disposizione del Comando della Divisione Venezia affiancandosi al suo capo di S.M. (Stato Maggiore) di cui fu validissimo ausilio per la sua esperienza.

Altre decorazioni: M.A. (Medaglia Argento) (A.O. (Africa Orientale), settembre 1936); M.B. (Medaglia Bronzo) sul campo (A.O. (Africa Orientale), 1938); Cr.g. al V.M. (Croce di guerra al Valore Militare) (A.O., dicembre 1936 – gennaio 1938); Cr.g. al V.M. (Croce di guerra al Valore Militare) (Valle des Glaciers, giugno 1940).

Capo ufficio operazioni di un Comando di grande Unità dislocata oltremare, con realistica e chiara visione degli eventi e del proprio dovere di soldato, rifiutava ogni richiesta collaborazione coi tedeschi e si presentava al Comando di una Divisione di cui conosceva la decisione di resistere alle imposizioni tedesche. Nel corso di un duro ciclo operativo portava a termine rischiose missioni di collegamento con reparti fortemente impegnati. In un momento particolarmente critico dell’azione, assumeva il comando di un battaglione e guidava arditamente il reparto in numerosi ed aspri combattimenti contro le forze tedesche, sempre primo ove maggiore era il pericolo. Durante un attacco di preponderanti forze avversarie, organizzava con perizia la difesa; contrattaccava poi, alla testa dei suoi soldati, il nemico e lo conteneva finché, colpito a morte e conscio della prossima fine, incurante di se stesso, dava con serenità le disposizioni necessarie per il ripiegamento del battaglione, preoccupato solo della sorte dei propri uomini. Nel trapasso eroico rivolgeva elevate parole ai dipendenti incitandoli a continuare la lotta per il buon nome della Divisione, l’onore delle armi italiane e la salvezza della Patria. – Podgorica Berane Kolasin Sijenica Gotovusa (Montenegro), 15 settembre 5 dicembre 1943.


Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare, Le Medaglie d’oro al Valore Militare, volume secondo (1942-1959), [Tipografia Regionale], Roma, 1965, p. 357.