SERAFINO Adolfo

nasce il 31 maggio 1920 a Rivarolo Canavese (Torino) (https://www.anpi.it/donne-e-uomini/737/adolfo-serafino). Tenente s.p.e. (servizio permanente effettivo) fanteria (alpini), partigiano combattente.

Conseguita la maturità classica nel Collegio Militare di Milano nel 1938, entrò all’Accademia di Modena dalla quale uscì sottotenente di fanteria in s.p.e. nell’agosto 1940. Destinato al 3° reggimento alpini ed assegnato al battaglione Pinerolo, frequentò la Scuola d’applicazione d’arma nell’inverno 1940-41 rientrando al reggimento nell’aprile. Dal gennaio 1942 al settembre dello stesso anno fu in Croazia col reggimento, conseguendo la promozione a tenente. Rimpatriato, venne comandato prima quale istruttore all’Accademia di Modena e poi al deposito reggimentale a Pinerolo per l’addestramento reclute. Fece poi ritorno nei territori ex jugoslavi dove rimase fino al giugno 1943 allorché fu trasferito al battaglione Val di Fassa dove si trovava alla dichiarazione dell’armistizio. Prese parte alla lotta clandestina prima nella zona di Massa Carrara e in seguito in Piemonte, dove combatté nelle file della Divisione alpini autonoma Val Chisone della quale divenne capo di S.M. (Stato Maggiore). Morì in combattimento in Frossasco il 4 novembre 1944.

Ufficiale degli alpini, dopo l’armistizio impegnava nella zona di Massa Carrara combattimento contro forze tedesche assumendo di iniziativa anche il comando di una batteria. Ritornato in Piemonte organizzava le prime formazioni partigiane delle valli pinerolesi divenendo poi capo di stato maggiore della Divisione alpina autonoma Val Chisone e partecipando a varie azioni di sabotaggio. Nel novembre 1944, circondato da forze soverchianti, con una banda di patrioti si poneva alla testa di alcuni ufficiali, decisi, pur essendo consci del sicuro sacrificio, a resistere fino all’estremo per ritardare l’avanzata del nemico e consentire di mettere in salvo uomini ed armi. Impegnato il combattimento, dopo varie ore di lotta, esaurite le munizioni, nell’estremo tentativo di aprirsi un varco con le bombe a mano, veniva falciato dal fuoco nemico, unitamente agli altri ufficiali, attirati dal suo sublime esempio di eroismo. Il suo nome è divenuto leggendario in tutta la Val Chisone ed alla sua memoria fu intitolata la , Divisione partigiana Serafino che combatte nella stessa valle valorosamente il tedesco fino alla liberazione. – Italia occupata, settembre 1943 novembre 1944.


Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare, Le Medaglie d’oro al Valore Militare, volume secondo (1942-1959), [Tipografia Regionale], Roma, 1965, p. 586.