TREVISAN Raffaele
nasce nel 1906 a Roncà (Verona). Tenente complemento, 155° reggimento artiglieria Emilia.
Conseguito il diploma di perito tecnico presso l’Istituto industriale A. Rossi di Vicenza, fu ammesso alla Scuola allievi ufficiali di Lucca nel gennaio 1930 e nel luglio successivo venne nominato sottotenente ed assegnato all’8° reggimento artiglieria da campagna; fu collocato in congedo il 20 febbraio 1931. Nel gennaio 1937, passato a disposizione della M.V.S.N. (Milizia Volontaria Servizio Nazionale), partì volontario per la Spagna dove rimase per oltre due anni, combattendo prima col 2° reggimento CC. NN. (Camicie Nere) e in seguito col 2° reggimento fanteria d’assalto Littorio, meritandosi anche un encomio solenne. Richiamato nell’aprile 1941 col grado di tenente fu nel dicembre successivo assegnato al 155° reggimento artiglieria della Divisione Emilia. Incaricato del grado superiore dal 26 aprile 1942, un mese dopo, al comando di una batteria partiva per il Montenegro. Ferito gravemente nei combattimenti contro le truppe tedesche dopo la dichiarazione dell’armistizio, decedeva il 21 settembre 1943 nell’ospedale militare di Moline.
Altre decorazioni: M.A. (Medaglia Argento) (Zona di Alcaniz – S. Barbara – Massiccio del Mudefes, marzo – aprile 1938); M.A. (Fronte di Catalogna, dicembre 1938); M.A. (Gerona, febbraio 1939); Cr. g. al V.M. (Croce di guerra al Valore Militare) (Eremita Santa Marina, maggio 1937); Cr. g. al V.M. (Barracas, 1° luglio 1938).
Comandante di batteria, superdecorato al valor militare, in due giorni consecutivi di aspri combattimenti contro un nemico superiore in forze e in mezzi col preciso tiro dei suoi pezzi gli produceva gravissime perdite, suscitando, col suo valoroso contegno negli artiglieri e nei fanti indomito coraggio e fiero entusiasmo. Attaccato da una forte autocolonna tedesca, appoggiata da un intenso spezzonamento e mitragliamento aereo, dirigeva sino agli estremi il fuoco dei cannoni sul nemico. Visti cadere ad uno ad uno tutti i suoi uomini ed ormai circondato da ogni parte, rimaneva saldo e sereno al suo posto di comando e a colpi di moschetto e col lancio delle bombe a mano difendeva ancora la batteria, finché, colpito da raffica di mitragliatrice, cadeva riverso su quei pezzi che tanto aveva amato. Esempio sublime di supremo sprezzo del pericolo e del più puro amore di Patria. – Bocche di Cattaro, 9 – 16 settembre 1943.
Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare, Le Medaglie d’oro al Valore Militare, volume secondo (1942-1959), [Tipografia Regionale], Roma, 1965, p. 311.