D’AMORE Ettore

n. 17 giugno 1909 a Otranto (Lecce). Maresciallo d’alloggio capo CC. (Carabinieri).

Arruolatosi volontario nel 1927 nell’Aeronautica quale allievo armiere e frequentata a Capua la Scuola per specializzati, fu destinato all’aeroporto di Centocelle di Roma. Nel marzo 1929 fu congedato col grado di primo aviere. Nel maggio dello stesso anno, a domanda, fu ammesso nell’Arma dei CC. in qualità di carabinieri e, dopo aver prestato servizio nella legione del Lazio e in quella di Livorno, fu congedato nel 1933. Richiamato per esigenze A.O. (Africa Orientale) nel 1935, fu assegnato alla legione di Bari. Nel febbraio 1936 partiva per la Somalia con la 4^ sezione autocarrata CC. mobilitata e, dopo aver combattuto nell’Ogaden durante la campagna etiopica, prestò servizio nel gruppo CC. di Harar, poi in quello di Addis Abeba ed infine nella banda speciale CC. e Zaptiè dove conseguì una promozione per merito di guerra. Nel giugno 1940 rientrò al gruppo di Addis Abeba e, nel corso delle operazioni in A.O., cadde prigioniero del nemico nel maggio 1941. Restituito in Patria nel gennaio 1945, prese parte alle operazioni di guerra nella Penisola col nucleo autonomo CC., addetto all’8^ Armata britannica. Ammesso al corso allievi sottufficiali a Firenze fu nominato vicebrigadiere con anzianità marzo 1941, brigadiere con anzianità marzo 1943 e promosso maresciallo d’alloggio capo nel 1949. Nel maggio 1950 fu trasferito dalla legione di Bologna a quella di Cagliari e, dopo aver prestato servizio presso il V battaglione, a Galtelli ed a Villa Grande, nell’ottobre 1954 fu nominato comandante della stazione di Orgosolo. Durante il periodo di comando portò a termine incarichi difficili e rischiosi, meritandosi tre encomi solenni.

Altre decorazioni: Cr.g. al V.M. (Croce di guerra al Valore Militare) (Gunu-Gadu, aprile 1936); appuntato per m.g. (meriti di guerra) (Bulga, agosto 1939).

Comandante di stazione in ambiente particolarmente difficile perché dominato dalla paura e dall’omertà ed in cui imperavano l’anonimo e l’intimidazione, al fine di mantenere fermi il prestigio e la forza della legge e di stroncare ogni velleità delittuosa che avrebbe peggiorato la grave situazione della pubblica sicurezza locale, da solo, e con sprezzo della vita, affrontava temibile malvivente armato ed appostato, autore di una lettera estorsiva. Colpito a morte, trovava la forza di scagliare una bomba a mano che metteva in fuga il malvivente, rendendone vana l’azione criminosa. Coronava così un’esistenza interamente dedicata al culto del servizio. Orgosolo (Nuoro), 11 settembre 1959.


Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare, Le Medaglie d’oro al Valore Militare, volume secondo (1942-1959), [Tipografia Regionale], Roma, 1965, p. 741.