DUCA Giovanni

nasce a Torino il 5 novembre 1896 (Wikipedia). Colonnello s.p.e. (servizio permanente effettivo) fanteria S.M. (Stato Maggiore), partigiano combattente.

Appartenente a famiglia di vecchie tradizioni militari, usci sottotenente in s.p.e. dalla Scuola di Modena nel maggio 1915. Assegnato al 49° reggimento fanteria della Brigata Parma, partecipò alla prima guerra mondiale riportando una ferita in Val d’Assa nel maggio 1916. Da tenente comandò la 1059^ compagnia mitraglieri dell’8° reggimento fanteria sul Monte Asolone ed alla fine del 1917 fu promosso capitano. Frequentò, dal 1921 al 1923, la Scuola di guerra, quindi, prestò servizio per l’esperimento di S.M. presso il Comando della Divisione di Roma e dal 1925 fu in servizio di S.M. presso l’Ufficio informazioni. Promosso maggiore nel 1931, fu trasferito al 36° fanteria dove tenne il comando di un battaglione. Nel 1934 ritornato al Comando del Corpo S.M. venne nominato addetto militare nel Belgio ed in Olanda e conseguì nel 1936 la promozione a tenente colonnello meritando un encomio per la sua opera. Rimpatriato nel 1938, riprese servizio al S.l.M. (Servizio Informazioni Militari) dove si trovava all’inizio della seconda guerra mondiale. Promosso colonnello fu addetto militare in Portogallo e dal febbraio 1941 assunse il comando del 7° reggimento fanteria Cuneo sul fronte greco-albanese. Rientrò in Patria nel settembre 1942 ed assunse il comando dell’Accademia Militare di fanteria e cavalleria a Modena. Alla dichiarazione dell’armistizio con le Nazioni Unite organizzò le prime formazioni militari della resistenza.

Altre decorazioni: M.A. (Medaglia Argento) (Bosco Varagna, maggio 1916); M.B. (Medaglia Bronzo) (Monte Asolone, dicembre 1917); Cr. g. al V.M. (Croce di guerra al Valore Militare)(Piave, 2 ottobre 1918); M.B. (Fronte greco – albanese, febbraio 1941).

Comandante dell’Accademia Militare di Fanteria e Cavalleria organizzava con due battaglioni ed uno squadrone allievi le prime resistenze contro l’invasione tedesca nella zona Pavullo Lama Mocogno e raggruppava intorno alle sue forze i primi partigiani iniziando con essi l’accanita lotta tra le giogaie dell’Appennino Emiliano. Dopo avere messo in salvo la gloriosa bandiera dell’ Accademia, si portava, per ordine ricevuto dal Comando Supremo, nell’Italia settentrionale assolvendo con grande capacità e sprezzo del pericolo compiti organizzativi. Catturato dalle SS. unitamente al giovane figlio che gli era compagno in una pericolosa missione, manteneva il più fiero silenzio nonostante il bruciante dolore per le torture inflittegli e la disperata angoscia per l’avvenuto arresto della moglie e della figlia. Con il corpo fiaccato per il martirio, ma con l’animo sorretto dal senso dell’onore che fu luce della sua vita, dopo cinque mesi di agonia in una buia e stretta cella, che era tomba dei vivi, veniva barbaramente soppresso nella stanza delle torture riunendosi, nel cielo degli Eroi, all’amato figlio, contemporaneamente deceduto al campo di Mathausen ove era stato deportato. Fulgida figura di soldato tutta dedicata al dovere e alla Patria e che ha preferito la morte al disonore. Verona, 23 agosto 1944.


Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare, Le Medaglie d’oro al Valore Militare, volume secondo (1942-1959), [Tipografia Regionale], Roma, 1965, p. 531.