MAIRA Arturo

nasce nel 1899 a Canicattì (Agrigento). Capitano complemento, 120° reggimento fanteria.

Diciottenne appena fu chiamato alle armi e, nominato sottotenente al termine del corso allievi ufficiali frequentato a Caserta, partecipò alla prima guerra mondiale in Francia col 52° reggimento fanteria della Brigata Alpi. Tenente nel maggio 1919, nell’agosto dell’anno successivo fu collocato in congedo come studente universitario. Conseguita nel 1926 la laurea in ingegneria meccanica, dopo essersi dedicato per qualche tempo alla professione libera, trovò occupazione come perito nella Società Adriatica di Sicurtà a Milano. Fu in seguito vicedirettore negli Stabilimenti Piedigrotta a Napoli ed infine, dei Mulini e Pastifici, di Caltanissetta. Promosso capitano nel 1937, fu richiamato nell’ottobre 1940 ed assegnato all’85° fanteria Sabratha. Raggiunto il reggimento in Cirenaica, ebbe il comando di una compagnia fucilieri, prima e quello interinale di battaglione, poi, nella prima offensiva italo-germanica. Passato al 28° reggimento della Divisione Pavia, combatté nel successivo ciclo offensivo che portò le nostre truppe ad El Alamein. Rimpatriato per malattia nel settembre 1942, riprese servizio dopo circa sette mesi nel 120° reggimento fanteria  Emilia mobilitato, e schierato in difesa costiera a Cattaro.

Altre decorazioni: M.A. (Medaglia Argento) (Fronte Marmarico, dicembre 1941).

Tenendo fede alle leggi dell’ onore militare, in un momento di generale crisi spirituale, si schierava decisamente contro i tedeschi aggressori e li attaccava, con la sua compagnia mitraglieri, su munite posizioni benché soggetto a violenta micidiale reazione. Manifestatasi la crisi, determinata dalla schiacciante superiorità nemica, opponeva eroica, tenace resistenza a reiterati contrattacchi, favorendo con il suo sacrificio il ripiegamento di altre unità su nuove posizioni. Decimato, a corto di munizioni, stretto da vicino, persisteva con volontà indomita nella cruenta impari lotta che protraeva col suo valoroso esempio in epica mischia, benché conscio della sorte che gli era riservata in caso di cattura, data l’implacabile efferatezza del nemico. Catturato, affrontava la fucilazione con stoica fermezza. Cruda, Bukovina, Hombla (Balcania), 9 -18 settembre 1943.


Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare, Le Medaglie d’oro al Valore Militare, volume secondo (1942-1959), [Tipografia Regionale], Roma, 1965, p. 315.